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25 anni dell'AEC di Roma
2 conferenze sull'ebraismo
L'ebraismo: un incontro
L'ebraismo: cenni storici
Montale


 25 ANNI DELLA AMICIZIA EBRAICO CRISTIANA DI ROMA

 

Sono molto contenta di essere qui a festeggiare con voi i 25 anni dell’ AEC di Roma e ringrazio tutte le persone che mi hanno aiutato a conoscere l’Ebraismo! Ora vorrei farvi partecipi dei miei ricordi!
Mi è subito piaciuta la parola ”amicizia”, quando ho scelto di iscrivermi a questa associazione , perchè rende l’idea dell’aiuto reciproco e del stare bene insieme. Ho cercato di essere amica di tutti e lo sono ancora ed ricevendone tanta da voi. Un grazie di cuore!
Vorrei ricordare alcuni episodi che mi hanno indotto ad iscrivermi all’AEC.
Ho avuto la possibilità di partecipare al Concilio Vaticano II. Mi è subito interessato la ”Unitatis Reintegratio” sull’Ecumenismo che fu approvata il 4 dicembre 1963 con 2.137 placet e 11 non placet; mentre la “Nostra Aetate” tardava a presentarsi alla votazione e finalmente fu approvata il 28 ottobre1965 con 2.221 placet e 88 non placet.
Ho intuito che avveniva un gran cambiamento nella Chiesa Cattolica. Così per capire meglio i testi ed appena è stato possibile mi sono iscritta alla Pontificia Università Gregoriana nel 1968 e vi rimasi per 7 anni!
Mi sono iscritta al SAE ed ho approfondito l’ Ecumenismo. Ad un suo convegno a La Mendola ho partecipato al seminario di Amos Luzzato e ne sono rimasta entusiasta. Volevo continuare a conoscere l’Ebraismo spiegato dagli ebrei, così Amos mi disse di iscrivermi all’AEC di Roma.
Conoscevo bene Chicca Falcone, che diverse volte mi aveva chiesto di  venire all’Amicizia. A lei telefonai, perché mi dicesse come fare. Era l’epoca in cui l’ AEC non aveva più la sede, così andai per tutta Roma: nelle parrocchie e nelle Università pontificie e nella Valdese ad ascoltare le conferenze. Dopo un anno Annì Cagiati mi fece socia e l’AEC riebbe la sede,così conobbi i soci. Ci furono le elezioni ed io mi trovai eletta, senza ben capire come, visto che Chicca mi aveva chiesto di mettermi nella sua lista per fare numero, ma mi assicurò che non sarei stata eletta. Mi ricordo il primo Consiglio in cui Lea di Nola fu designata subito Presidente, ma non si riusciva a trovare la persona che facesse la segretaria, tutti si negavano. Alla fine mi resi disponibile, anche se non sapevo cosa dovevo fare. La nuova Presidente mi rassicurò e disse che mi avrebbe insegnato, perché era pratica di associazioni. Infatti così avvenne ed io cominciai a collaborare con l’AEC di Roma.
Ricordo quando Lea di Nola mi invitò al “Seder di Pesach” da suo fratello. Avevo portata la “Haggadah”, il testo era in ebraico ed in italiano, così potevo seguire bene. Prima i commensali lessero in ebraico e poi il fratello di Lea consigliò di proseguire in italiano. Quando fu il mio turno, mi disse di leggere ed io, molto emozionata, ho letto! Quel giorno era il Venerdì Santo ed io ero preoccupata, ma il fratello di Lea mi disse:So che oggi per voi cattolici è il giorno in cui non dovete mangiare la carne, perciò non prendere l’agnello. Lo ringraziai di cuore e degustai gli altri ottimi cibi simbolici.
La sua sensibilità mi fece capire che ero tra amici!
Quando fu eletto il primo ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, lo invitai a casa mia con diversi menbri dellAEC per fargli conoscere la nostra associazione. Ho sempre fatto lo stesso con coloro che vennero dopo. Per l’attuale Ambasciatore Giacometta mi aiutò nell’ organizzazione.
Nell’AEC nacque il gruppo dei giovani con uno statuto  firmato da Lilli, Alessandra ed Angela. Organizzarono nella sede del SIDIC, un convegno-laboratorio dal titolo: “Faremo e ascolteremo” -contro l’antisemitismo ed il pregiudizio, per un mondo ed una società migliori. Le riflessioni e le piste di lavoro erano divise in 2 parti. La prima dal 1 al 3 novembre 1996 e la seconda dal 24 al 25 aprile ’97. I giovani venivano anche a trovarmi per discutere e programmare.    
Andai ai Colloqui di Camaldoli voluti dalle AEC organizzati da Innocenzo Gargano, Lea Sestieri e Manuela Sadun insieme alle persone di buona volontà delle varie Amicizie. Per tutti sono stati di grande aiuto perché i conferenzieri erano preparati ed interessanti.
Mi ricordo ancora le parole di Liliana Segre e la testimonianza della sua tremenda vita dagli 8 ai 15 anni per la sola colpa di essere nata ebrea. Prima in Italia emarginata, poi trasferita con un carro bestiame nel campo di Birchenau, dove i tedeschi le tatuarono sul braccio il numero con cui l’avrebbero chiamata. La fecero lavorare in maniera disumana, con poco nutrimento. Mi ha emozionato la sua forza di resistere per continuare a vivere e per aiutarsi guardava nel cielo una stellina e si identificava in quella. Alla fine, è riuscita a non vendicarsi, quando, il capo tedesco del suo campo di concentramento, sapendo che arrivavano gli americani ed i russi si tolse la divisa e si vestì da civile per scappare, ma prima di tutto buttò la sua pistola vicino a Liliana.
Dal silenzio che seguì in sala e dalla difficoltà dei relatori nel ricominciare a parlare, si è capito come eravamo tutti commossi. Ho tenuto vivo il ricordo delle sue parole. La sua testimonianza mi ha fatto capire che avrei dovuto combattere sempre l’antisemitismo ed aiutare gli ebrei.
I viaggi che feci in Israele con i soci dell’AEC di Roma li ricordo con nostalgia. Ripenso spesso a Gerusalemme e all’atmosfera di spiritualità che si respirava.
Durante i Colloqui di Camaldoli si è sentita la necessità di creare la Federazione delle AEC in Italia per rafforzare i vincoli umani, per migliorare la conoscenza tra di noi, agevolando quell’unità che ci fa sentire tutti figli dello stesso Dio. E’ nata con uno statuto nel Colloquio del 1988 e divenne membro dell’ICCJ. Nel 1992 la Presidenza della Federazione è passata alla AEC di Roma, quando io ero Presidente.
INTERNATIONAL COUNSIL of CHRISTIANS and JEWES è l’organizzazione nata nel 1946 nel ricordo della SHOA’ e nell’agosto 1947 è stato redatto il documento: “ i 10 punti di Seellsberg”, frutto di un intenso lavoro a cui parteciparono anche Jaques Maritain e Jules Isaac. Questo documento che, dopo tanti secoli di incomprensione e diffidenza nei rapporti fra ebrei e cristiani, può essere considerato come il primo ed il più importante tentativo di conversione ed è stato capace infatti di dare vita ad un nuovo atteggiamento, che sarà riconosciuto dalla Chiesa Cattolica durante il Concilio Vaticano II, nella Nostra Aetate al paragrafo 4 e nei documenti successivi della Chiesa Cattolica.
Sono stata molte volte ai convegni dell’ICCJ ed ho percepito una comunione più ampia, che mi radicava in una sorta di “internazionale del dialogo”. Quello che facevo e specialmente lo spirito con cui operavo è servito a non sentirmi sola. Così ho potuto rappresentare la Federazione dell'AEC in Italia in molti Convegni. In quello di Magonza fu chiesto a me, come presidente della Federazione, ed alle suore del SIDIC di organizzare un Convegno della ICCJ per l’anno successivo a Roma . Così dal 7 all’ 11 settembre del 1997 si svolse a Rocca di Papa al “Mondo migliore” il convegno dal titolo: “L’altro come mistero e sfida. Il significato del popolo ebraico per la Chiesa Cristiana e della Chiesa Cristiana per il popolo ebraico”. Il primo giorno nel discorso di benvenuto, ho presentato le AEC italiane ed il loro lavoro. Molte furono le conferenze: parlarono i cardinali Cassidy ed Etchegaray, Amos Luzzato e Daniele Garrone dall’Italia, il dottor Jonathan Sacks rabbino capo d’Inghilterra e molti altri di diversi paesi. I seminari sono serviti per stare insieme in piccoli gruppi e dialogare tra diversi. I 3 convegni sono stati  esperienze molto importanti, che mi hanno compensato dalla fatica dell’organizzazione. Per i partecipanti sono state preparate molte visite nei luoghi ebraici e cristiani di Roma.
L’incontro delle donne si svolse a Roma dal 5 al 7 settembre nella casa di San Bernardo, alle 3 fontane, dal titolo: “L’ALTRO E’ UN MISTERO, UNA SFIDA ED UN COMPAGNO”. Quello dei giovani presso le suore domenicane di Malta  dal 2 al 7 settembre su: “RITORNARE NELLE CATACOMBE? LA LIBERTA’ RELIGIOSA NEL MONDO SECOLARE”. Lilli Spizzichino, era stata invitata dall’ ICCJ in Germania ad organizzarlo con James Aitkeni.
Era stata richiesta una udienza papale, specialmente dagli ebrei, per ringraziare Giovanni Paolo II di quello che aveva fatto per loro. Sono stata aiutata da Padre Remi Hoeckman, Segretario della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’ebraismo, ed il 10 settembre eravamo seduti alla destra del Papa, in piazza San Pietro, all’udienza generale . Nel suo discorso rivolgendosi a noi Sua Santità ha detto: “cari fratelli e sorelle, sono lieto di salutare i partecipanti al colloquio sponsorizzato dall’ ICCJ, possano i vostri dibattiti e le vostre riflessioni portare ad una sempre maggiore comprensione, rispetto e cooperazione fra i seguaci delle fedi ebraica e cristiana.“

Alla fine dell’udienza Giovanni Paolo II è venuto verso di noi ed ha parlato con i presenti.

  
                 Maria Caterina Chiavari Marini Clarelli