CAPRI:
ISOLA D'AMORE
Fra due marine s'erge Capri
antica
Dominante la roccia il cielo e il mare!
Salde e superbe tutte abbarbicate
Le ville da Tiberio e Malaparte.
Dicono storie di civiltà
diverse
Che in quel clima di favola perenne
si son rincorse e susseguite sempre.
con sparso attorno profumo di roseti!
Languidi ozii e giochi e riti e feste
Sono restati ancor fra sale e archi
Dei ricchi alloggi dé privilegiati
Che da muretti e fiori son velati
Vigili al largo stanno i Faraglioni
Sotto…a bassa marea appar l'anfratto
Della cotanto decantata Grott'azzurra
Che può raggiunger solo una barchetta.
Vele sospinte da zèffiro leggero
Recano a bordo pigri sognatori!
Vanno sull'onda lente senza meta
E senza tempo verso l'orizzonte,
Baciati dal sole e a sera dalla luna
È facile sognare paradisi!
All'Isola si attracca solo a notte!
Si torna per gustar specialità:
Teneri frutti di mare sì invitanti
Che il peperone rende assai piccanti…
Ma altri sono i frutti saporosi
Che fanno di Capri : Isola d'Amore

IL
GOLFO DEL TIGULLO
IL Golfo del Tigullo è
uno splendore!
Da Santa margherita a Portofino
È tutto un susseguirsi di emozioni.
Persino il vento pare che s'inchini
Per far goder di più mare e colline
Agli ospiti curiosi ed entusiasti
Che giungono da lungi a ogni stagione
Per rinnovar le antiche suggestioni
ad ogni nuovo incontro favolose.
Si gode tutto senza falsità!
Dal dolce clima all'ospitalità
E in ogni cosa è impressa… qualità.

VICENZA
SCENOGRAFICA
Andrea di Pietro che la
"pietra" amava
Seppe trasfondervi
geometrica poesia
Che ancora sa incantare e
sbalordire
Ch'è
garanzia di prosperità.
Città pulita colma di loggiati
E suggestivi balconi goldoniani
Vesti da sempre il tuo vestito buono
Che t'ha lasciato il gusto
palladiano.
Tu sai apparirecome gran
teatro
e ti offri al guardo senza
distinzione!
Cara Vicenza mia…tu sei così
E fiera son che in un lontano
dì
I miei natali li ho trovati lì.
GIRANDOLE
A TAORMINA
Girandole fastose di Taormina
Nella serata calda e voluttuosa.
Sprazzi di luce fendono la notte
Aprendo dei crateri assai veloci.
Luminarie fantastiche…
giganti
Fanno sbocciar bouquè
multicolori
Recando sensazioni
antiche e nuove
Che sembrano aspettarsi
dei messaggi
Da stelle ed altri mondi sconosciuti.
Da stelle? No! Non mandano messaggi!
Stanno a guardare anch'esse affascinate
Quelle intrusioni nelle vie
del cielo.
Girandole che in tempi di
progresso
Restate ancora spettacolo sgargiante
Che a tutti rattenete l'attenzione
Facendo ripensar ben altri voli!!!
Voli superbi di temerari eroi!
Come
si sogna ahimè sull'irreale.

EMILIA
E ROMAGNA
Terra focosa che è in tutto esuberante
Dai rossi intenti al ballo entusiasmante
Anche ai fornelli molti sanno sostare
Ad inventar ricette da gustare.
Luoghi ubertosi aperti elettrizzanti
E sulle spiagge l'onda dé suoi venti
Attira e appaga le folle d'ogni ceto
E ad ogni amor che nasce non fa vèto
In fabbriche e cantieri allegri canti
Oltre che a render l'opre meno opprimenti
Dipingono di rosa gli argomenti
Pure trattati con virili sentimenti.
Ogni animo emiliano e romagnolo
Sempre è portato ad esser solidale
Con ogni popolo schietto e genuino
Che sa unirsi al coro nei brindisi col vino.

ISOLE
BORROMEE
Isole che forti terre
contornate
Siete emblema d'antica nobiltade
In ville ninfee fontane scalinate
La vita d'altri tempi conservate.
Sui prati e nei giardini le
fanciulle
Liete e leggiadre al pari di farfalle
Oziavano spiccando serti di fiori
E languide nascondevano i rossori
D'audaci complimenti e primi amori.
Dietro frivoli ventagli ricamati
Gli occhi pudichi restavano abbassati
Per non mostrar gli sguardi innamorati.
Isole! Il Maggior Lago
Su cui vi conformate
Vi da respiro e singolarità
Mentre vanifica la modernità.
MIA
PATRIA
Nel sole nascente d'un alba romana
ho chiesto accorata al mio cor d'italiana:
che mai ne sarà della Patria adorata?
Domanda inespressa, ma molto sentita
che ha scosso i miei sensi
e mi ha molto avvilita.
E come Neruda che della sua terra
Piangeva i destini... mi son ritrovata
A riviver silente la Storia passata.
Oh! Italia mia bella sei tanto cambiata!?
Dov'è quell'Enotria da tutti cantata?
Dov'è la gran Legge da tutti copiata?
Perché questa terra da tanti è insultata?
Dov'è lo Stivale che fu celebrato
per studi e per svaghi da sempre cercato?
Altrove...di questo nessun s'è scordato!
A quabti sublimi la strada hai avviato
per esser più vivi più degni e maturi?
Ed ora che avviene?
Smarriti hai i tuoi belli e profondi ideali?...
Disordini orgogli marasmi furori
serpeggiano ovunque di dentro e di fuori.
Si portino a galla saggezza ed onore
che sono assopiti fra ombre e rancori.
Se questo avvenisse saremmo felici!
Così tutti uniti in un clima di pace
con mani e con menti potrem lavorare
e la nostra Patria tornerà a primeggiare.
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ORGOGLIO
AQUILANO
Sempre immota restò l'Aquila Sveva
Che con orgoglio seppe fronteggiare
Qualunque assalto di uomini e natura
Rinascendo su ogni sua sventure.
Novantanove son le belle piazze
Ed altrettanti i magici rintocchi
Che invitano a pregar nei bei tramonti.
Novantanove ancor quei Mascheroni
Che Tancredi di Pontina immortalò
Nella bella fontana di
riviera.
Novantanove il numero di
chiese
Che con severità parlano al cuore
e a quella terra danno tono e onore.

STORICA
TORINO
Città del Toro storica e severa
La tua topografia sobria
e lineare
Possiede un tono grigio che riposa
Mentre la Mole spazia su ogni cosa.
Sulla collina accanto ai
campanili
S'erge Superga basilica
maestosa
Che tiene in serbo un'aria
misteriosa
Del fato avverso che colpì "la
squadra"
Ch'era su tutti i campi vittoriosa.
Città che ad intervalli sei
risorta
E mai sei divenuta …città
morta.
Infatti ancora romaniche ruine
Vivono accanto ad altre linfe nuove
Natura ed uomo t'han resa
perfetta
Pacata
e ricca e pure artigianale
E nelle statue equestri anche regale
Tutta vissuta dal Valentino al Po
E alla Roma papale rassomigli un po’.

ARIA
ANCONETANA
Il vento Garbino non è garbato affatto
quando domina la città in ogni anfratto
Ed ogni anconetano lo conosce
Sempre lo aspetta e poco lo gradisce.
Sempre gli reca quel sentor di mare
Che la regione sa da sempre amare
Sia colli e boschi tutto ha profumato
L'odore salso da tutti conosciuto.
Le tredici cannelle alla fontana
Paion cantare con quell'acqua chiara
Le gesta prodigiose e liberali
Degli antenati che mai furon venali.
L'arco di Apollodoro segna il tempo
Con le romane ruine sovra il campo
Nel mentre ancor il Mercato della pesca
Attira i compratori come un'esca.

PARMA
IROSA E BONARIA
Parma da sempre amante del bel canto
ha orecchio raffinato e sceglie il meglio
persino dal loggione del suo Regio.
C'è poi un altro settore che dà pregio
ed è il buon Grana che merita l'assaggio
e che fra gli altri può dirsi: Re Formaggio.
Ma i suoi abitanti han bellicoso piglio
pronti a sferrar l'attacco con cipiglio
malgrado il risvolto gaio assai bonario
che invita a pranzo tutto il
circondario
e nella cordialità d'ogni banchetto
son pronti ad intonare anche
il Coretto.
Di poi con la fisarmonica in sordina
Ognuno balla con la sua biondina.

MILANO
FRENETICA
Si avvale di ogni ingegno
Ma c'è un riscontro umano
Che spesso fa scemare
La combattività:
Non si può solo vivere
Per fare fare fare.
Sta bene lavorare
Ma è bene pur sostare
Per poter ricreare
Il corpo e il sentimento
Giacché col bene
stare
Si può di più… durare.

CLASSICA
VENEZIA
Pigri colombi su Piazza San
Marco
Cirri rosati sul cielo opalescente
La chiesa tace e pare quasi assorta
Coi Mori fermi accanto alla campana.
Venezia! Conquistata e conquistante
Dalle celebrità di tutto il mondo.
Arte cultura gloria e…Carnevali
Tra ponti calli e magici…richiami.
L'umanità più singola e apparente
Nel ritrovarsi assisa ai tavolini
Sembra assorbire un'altra dimensione
E il cor di tutti resta in sospensione.
Dimentichi di tutto fuor del mondo
Gli amanti in "gondoleta" se ne vanno
Nell'acqua scura e greve della notte
Assaporando il bacio della luna.
Il Lido chiama e ogni Isola risponde:
del Vetro del Merletto del Corallo!
Quanti richiami in te Venezia bella
E l'anima si pasce d'aura antica.
Ecco apparir l'amabile donzella
Che in maschera folleggia gaiamente
E sa sottrarsi con galanteria
Alle attenzioni del suo spasimante.
Civetterie e motteggi fra i sospiri
Di cuor muliebri che sempre riproponi
Acquosa terra… anche tramite Goldoni.
DOLOMITI
Superbe vette che tremar ci fate
Fin su i celesti cieli voi vi ergete
Con chiare albe e con frizzanti aurore
Che atutti non è dato d'ammirare.
Vi assurge solamente il temerario
Ch'è aduso alla scalata ad ogni orario.
Giunto lassù colui felice resta
Con la natura che attorno gli fa festa.
E chi vi arriva per la via maestra
Stupita ammirazione gli
dimostra
Lasciando addietro la morsa cittadina
Preferendo la montagna ch'è regina.
PESCATORI
DI CHIOGGIA
Bragozzi che da Chioggia dipartite
E dopo vari mesi ritornate
Sui mari errate e luoghi conoscete
Per gran pescate di pesci variegate.
A ogni ritorno trovate le
chioggiotte
Sempre in attesa dei
pescatori amati.
Cantori allor per loro divenite
E il vostro amor represso ognor cantate.
Lungo le calli e sulle passeggiate
In tante coppie ardite vi mostrate
Per far veder l'amore che sentite
Ai tanti forestieri che incontrate.
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