Patecipare
al dialogo ebraico cristiano, mi è servito anche a conoscere meglio le
donne ebree dell’ Antico Testamento. L’esempio delle figure femminili è
sempre stato importante per me, perchè hanno collaborato alla storia
della salvezza come protagoniste ed hanno tradotto in pratica la volontà
di Dio. Infatti il piano della salvezza, tracciato dal Signore, passa
attraverso di loro. Hanno posti di primo piano negli eventi fondamentali
della storia di Israele ed incarnano tutti quei ruoli necessari per
salvare il loro popolo, per trasmettere la loro religione, per mediare
nelle situazioni di conflitto riportando la pace e la fratellanza.
Sono
modelli e simboli per la storia di Israele, perchè il loro rapporto con
Dio è il punto centrale della realizzazione delle loro azioni.
Attraverso la preghiera e la vicinanza al Santo, benedetto Egli sia,
affinano la loro capacità di giungere a risolvere i problemi, nel
progetto di Dio. Sono creature in armonia con loro stesse, con gli
altri, con l’universo intero e generatrici di serenità nel proprio
ambiente. I narratori biblici nel presentare i personaggi femminili si
soffermano sulle loro azioni e sui dialoghi e non s’interessano di
descriverci dettagliatamente il loro fisico, ne si addentrano nei loro
sentimenti, nei loro pensieri e nelle loro reazioni. Sono eroine, sagge,
intelligenti, mettono in risalto l ‘importanza del matrimonio e l’aiuto
reciproco tra di loro. Per capire meglio la loro personalità è
necessario riflettere come Dio ha creato la donna (Gn 1,26-28;
2,18-25). C’è una uguaglianza fondamentale dei diritti con l’uomo verso
il Signore in quanto persone create a Sua immagine (Gn 1). Una
complementarietà voluta da Lui, che è allo stesso tempo Padre e Madre (Is
49,15; 66,13). Così è nata l’umanità a Sua immagine. L’ha creata con i
maschi e le femmine, perchè se ci fossero solo gli uomini sarebbe
mancato un elemento essenziale dell’Immagine. La specificità della donna
nell’assomigliare a Dio è differente da quella dell’uomo ed è il suo
essere che riflette la perfezione divina. Nel progetto di Dio, la figura
femminile esprime e sviluppa tutte le caratteristiche più tipiche della
sua personalità di donna e le condizioni per realizzare la propria
somiglianza sempre più perfetta con il Signore. Nel secondo racconto
della Genesi viene spiegato perchè l’uomo e la donna hanno un rapporto
reciproco. Adamo era solo, senza un compagno, gli animali non potevano
bastargli, non gli servivano per conoscersi e per poter amare gli altri
, egli doveva avere qualcuno simile, ma non uguale a lui e Dio creò la
donna, così l’uomo finalmente divenne immagine di Dio! Adamo dormiva e
quando si risvegliò riconobbe la sua “compagna”.
Egli, solo con la donna, poteva vivere una vera vita, perchè erano nati
per crescere in dipendenza l’uno dall’altra ed entrambi da Dio, che
avendo creato il mondo, voleva collaboratori ed esecutori dei suoi
disegni divini, così la donna aiutò l’uomo partecipando in un piano di
parità con funzioni diverse. Nei libri Sapienziali la figura femminile è
presentata con i suoi aspetti positivi, ma anche negativi. Questa
avversione verso di lei è una indiretta testimonianza del suo potere. Si
legge nel libro del Siracide (9,2), “non lasciarti andare con una donna,
perchè potrebbe avere il sopravvento su di te”, come se un uomo, quando
si avvicina ad una donna non la incontrasse come una persona, ma avesse
paura di perdere qualcosa di suo! Sia nel libro della Sapienza (6,12-21;
8,2) che nel Siracide (15,2-6) la sapienza è presentata come una donna
capace di creare un’atmosfera di gioia, di distensione e di serenità, di
organizzare in modo intelligente la vita familiare e di diventare una
valida compagna per l’uomo . Il libro dei Proverbi ammonisce gli uomini
affinché stiano attenti alla seduzione della donna( 6,24-26; 7, 5-27) da
un lato, mentre dall’altro glorifica i suoi valori morali, specialmente
quelli di buona moglie: una fortuna, un dono di Dio e una corona per il
marito (18,22; 19,14; 12,4).
Il paragone profetico dell’amore di Dio per Israele con l’amore di uno
sposo verso la sposa, poté essere concepito perchè vi era una società in
cui la moglie era rispettata ed occupava un posto importante. Nella
Bibbia l’amore viene definito con termini assoluti è: una passione
profonda ed
ardente,
richiede fedeltà, fermezza di fronte alle tentazioni, sostegno nelle
avversità ed è talmente forte da esprimere allo stesso tempo ardore e
castità. Parlando del matrimonio e della famiglia, la figura femminile
viene recuperata come persona e valorizzata. L’uomo è obbligato a
sposarsi dalla religione ebraica, la donna no, anche se poi di fatto lo
desidera per diventare madre. La sposa avendo la responsabilità dei
figli e della casa, non può seguire tutti i precetti (mizvot ), perciò
la Torah ( i primi 5 libri della Bibbia) la dispensa da un certo numero
di norme, specialmente da quelle relative al culto. La capacità di
procreare la rende forte perchè è portatrice di nuove vite e
necessariamente custode ed in parte arbitra della continuità di Israele.
Da lei dipende la prosperità del popolo ebraico. E’ suo il compito di
generare tanti figli, i quali hanno l’obbligo di rispettare in egual
modo sia la madre che il padre (Es 20,12; Lv 19,3; Dt 5,16) .
segue>>>
Maria Caterina Chiavari Marini Clarelli
|