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      I recinti degli animali erano tutti tranquilli. Quella mattina, i
      sorveglianti, dopo aver distribuito il primo pasto ai loro ospiti, si
      accinsero a ricevere il furgone che avrebbe scaricato fra non molto un
      grosso orso che un popolare ed importante circo aveva deciso di mettere a
      riposo collocandolo presso il loro Zoo.  
      Era un piccolo zoo che aveva però una discreta rappresentanza di animali,
      ma un orso vi mancava, non essendosi mai presentata l'occasione di
      acquistarne uno. 
      Per questo la bestia era attesa con molta curiosità ed anche con una
      certa apprensione data la sua mole. Gli uomini che lo dovevano prendere in
      consegna, sapevano benissimo che gli orsi in genere sono animali difficili
      da trattare se adulti mentre si lasciano facilmente addomesticare nelle
      prime settimane di vita. 
      Quello in arrivo doveva essere molto anziano perchè andava in pensione
      dopo una vita di Circo. Dovevano tenersi guardinghi ed attendersi
      qualsiasi reazione dato che entrava in un ambiente nuovo; soprattutto
      avrebbe dovuto sottostare a nuove regole e a nuovi guardiani. Meglio stare
      in guardia! 
      Finalmente il rombo dell'automezzo, di doppia portata si fece sentire e
      ben presto s'inoltrò lungo il viale d'accesso. 
      L'intera squadra degli addetti era pronta a riceverlo. Spalancati i
      portelli posteriori, il bestione si presentò in tutta la sua possanza.
      Pur vecchio, era un bellissimo esemplare di color mogano e aveva ancora
      l'andatura baldanzosa. 
      Quelli che lo accompagnavano gli tolsero le funi che lo avevano protetto
      dagli scossoni del furgone. Era stato abituato piuttosto libero e quindi
      lo sospinsero appena di quel tanto che serviva a farlo andare per il verso
      giusto. 
      Il proprietario dello Zoo, appassionato di ogni tipo di fauna, era il più
      ansioso e gli premeva di vederlo sistemato al più presto perchè aveva
      profuso un bel mucchio di denaro in quell'orso! 
      Le trattative erano state portate avanti puntando appunto sulla sua
      docilità. Questo era fondamentale altrimenti gli avrebbero creato grosse
      difficoltà data la limitata ampiezza dello Zoo che non consentiva grande
      distanza fra le gabbie. Inoltre non godeva di sovvenzioni governative e
      l'esiguo prezzo dei biglietti d'ingresso non gli dava dei guadagni
      elevati. 
      Per questo voleva evitare che il nuovo ospite creasse confusione invece
      che divenire un ulteriore richiamo per i visitatori. Questo, era stato il
      motivo principale che lo aveva spinto ad acquistarlo. Sperava vivamente
      che la bestia, abituata alla libertà del Circo, si rassegnasse a vivere
      ingabbiata. 
      Intanto seguiva le operazioni d'installo dell'orso che caracollava lento,
      col buffo caratteristico passo. Ma dinanzi all'apertura del gabbione che
      lo attendeva, si era impuntato e non voleva entrarvi. Col suo vocione
      sbraitava attirando la curiosità degli altri animali che si erano
      allineati all'interno degli altri alloggi. Il loro gridìo eccitato e gli
      odori nuovi che giungevano al suo olfatto lo fecero ancor più
      innervosire. Indietreggiare però non poteva giacché tutti i guardiani
      facevano barriera e colui che lo guidava cercava di spingerlo a forza
      verso quel nuovo alloggio. Quest'ultima imposizione lo portò ad
      infuriarsi perchè era sempre con dolcezza che gli erano stati insegnati
      gli esercizi che eseguiva per divertire il suo pubblico. 
      Erettosi sulle zampe posteriori, emetteva suoni terribili, mostrando
      com'era brutta e pericolosa la sua collera. 
      Come rabbonirlo? I vecchi guardiani presero l'iniziativa consultandosi in
      fretta e decisero il da farsi. Per prima cosa lo fecero rientrare nel
      furgone che ancora conservava gli odori consueti; nel frattempo
      sottoposero al Direttore la loro idea. 
      Essi avevano pensato di ricreare un'arena circense provvisoria per far
      esibire l'orso com'era sua abitudine. Il piazzale del Giardino Zoologico
      si sarebbe prestato molto bene perchè era circondato da aiuole piene di
      fiori come fiorita era l'arena del Circo da cui proveniva. La cosa
      necessaria però era di approntare, nel più breve tempo possibile, un
      pubblico allegro e vivace. Solo in questo modo l'orso si sarebbe disteso e
      rassegnato. Ne erano certissimi! 
      Il Direttore accettò e si pose subito al telefono e dopo alcuni tentativi
      a vuoto, riuscì a convincere un suo amico Preside di scuola media ad
      autorizzare l'uscita fuori orario degli allievi di due classi che,
      accompagnati dai loro insegnanti avrebbero assistito ad una "lezione
      dal vivo" molto insolita. 
      L'esuberante comitiva dopo poco giungeva felice, disponendosi a
      divertirsi. 
      Quando l'orso fu fatto nuovamente scendere dall'automezzo, trovò ad
      attenderlo la stessa atmosfera allegra che al Circo era abituale. Ritornò
      docile e obbediente e al ritmo di musiche note trasmesse da un
      registratore, trovato frettolosamente, diede inizio al suo spettacolo.
      Fortunatamente l'uomo che lo aveva accompagnato conosceva i comandi giusti
      cosicché il bestione si trovò ben presto a suo completo agio. Lo
      stratagemma sortì l'effetto desiderato e la piccola folla giovanile che
      per quell'uscita imprevista era diventata fin troppo euforica, fu
      prontissima a sottolineare gli sgambetti e gli inchini dell'orso-attore
      che recitava per loro. 
      Fu poi lo scroscio finale di applausi che riuscirono a consolare la bestia
      riluttante che ormai stanca, ma felice, non oppose più resistenza e
      avviandosi soddisfatta si lasciò condurre al suo nuovo destino. 
      Nel futuro si sarebbe dovuto accontentare soltanto delle visite curiose
      che da fuori la gabbia avrebbero assistito alle sue esibizioni...
      solitarie. Applausi corali non ne avrebbe più ricevuti! Sarebbero
      solamente tornati nei suoi sogni. 
      Come ogni attore al tramonto sarebbe vissuto di ricordi sperando ad ogni
      momento di essere chiamato ancora a recitare. 
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