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Consigli,
visto che in questo periodo le allergie tornano ad infastidire molte
persone, abbiamo considerato il fatto che la causa potrebbe venire anche
dall'uso sconsiderato di medicinali. Tale premessa ci sprona a consigliare
di riprendere l'antica abitudine di coltivare le piante medicinali (odori in
genere) in qualche vaso del balcone o, per quelli che godono di un giardino,
in piena terra. Infine, oltre che usare dette pianticelle per profumare e
arricchire di sapori la nostra mensa, potranno servire per preparare tante
salutari tisane, sciroppi e liquori che daranno tono al fisico con la
soddisfazione di averle preparate in casa. Per questo il Pollice verde,
invita i lettori che abbiano qualche nuova ricetta di erboristeria, ricavata
dalle piante officinali curate personalmente, ad inviarle a questa pagina
così da incrementarne la conoscenza e l'uso. Tanti ringraziamenti a chi
vorrà seguire il nostro consiglio.
Il Pollice verde
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LE PIANTE UTILI
E' risaputo che alcune specie
di piante, comprese quelle da fiore, sono in grado di assorbire
l'inquinamento atmosferico ed è bene averle attorno.
Esse sono le cosiddette: mangiafumo, basta chiederle nei vivai e piantarle
anche sui nostri balconi o tenerle in casa.
Ve ne sono altre mangiatrici di decibel che assorbono il rumore.
L'antirumore per eccellenza è l'acero, seguito dalla quercia, dal tiglio,
dal faggio, dal rododendro, dal ribes, dal philodendron, dalla sanseveria,
dall'aloe, dalla scindapsus e dall'azalea.
Questo spiega il benefico senso di ristoro che ci reca la passeggiata in un
bosco verde e silenzioso.
L'emira
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Cara Palestra, t'invio questo
racconto dal vero per la bella pagina del Pollice verde. Saluti ai
simpatizzanti e auguri ai titolari.
La
mano verde
L'ANTHURIUM
Il dono mi era stato inviato da mia cugina Valeria, vero pollice verde
della nostra famiglia, ed era una bellissima pianta di anturium dalle
foglie verde chiaro, larghe e lanceolate. La giovane pianta aveva tre sole
foglie, alte e carnose che si ergevano superbe sullo stelo quasi ad
abbracciarsi fra di loro.
Mia cugina mi aveva detto che fra non molto sarebbe sbocciato il fiore che
mi avrebbe entusiasmata per la sua bellezza e che essendo una pianta
tropicale , fuori del suo ambiente preferisce vivere in serra. Posi così
la pianta nel portavasi che piazzai davanti all'alto finestrone
dell'ingresso al riparo di qualsiasi corrente d'aria, quasi una piccola
serra e dato che il vetro era fisso e non apribile avrebbe goduto di luce
perenne e, nelle notti lunari, sarebbe stata baciata dal raggio della
luna. Bello ed elegante, l'anturium ingentiliva veramente il mio ingresso
ed ero sicura che nel posto scelto non avrebbe sofferto.
Ben attenta a somministrarle l' umidità necessaria a tempo debito,
attendevo ansiosa lo sbocciare del fiore. Non per nulla anch'io amo le
piante!
La mia attesa però rimase delusa giacché ben presto vidi che una delle
foglie cominciava ad ingiallire e, questo, fu un colpo per me, un vero
dispiacere.
La pianta però non si rese conto della mia disponibilità e del mio
affetto nei suoi riguardi che proseguì nel decorso del suo
deperimento reagendo male alla forzatura di vivere diversamente da come
avrebbe desiderato. A questo punto pensai che avesse bisogno di più
ossigeno e la sistemai nell'angolo più riparato del mio spazioso balcone
dove da tempo prosperano piante di ogni specie Ma neanche questo luogo fu
di suo gusto e me ne accorsi quando vidi ingiallire ed afflosciarsi anche
le altre due foglie e il bocciolo del fiore si spense senza giungere alla
fioritura. Prima di spegnersi, l'ultima foglia mostrò dei tagli profondi
come ferite che mi costrinse a tagliare il fusto, con molta pena,
lasciando solo un mozzicone fuori della terra...
Non ebbi cuore, infatti, di gettarla e nell'innaffiare le altre piante
guardavo quel vaso morto con vero senso di colpa, senza capire dove avessi
sbagliato.
Come d'abitudine, passata la stagione invernale, mi apprestai a ripulire e
sistemare tutte le piante, rimanendo perplessa dinanzi a quel vaso, ma
ancora una volta volle conservare quella radice e, quasi per farmi
perdonare di non averla saputa curare, decisi di infilarvi accanto una
talèa di geranio. Lo feci quasi di malavoglia pensando che non fosse
giusto porre quel germoglio accanto ad una cosa morta. Dopo un paio di
giorni vidi che il mozzicone scuro cambiava di colore schiarendo i suoi
contorni e, col crescere del geranio anch'esso stava riprendendo vita e
l'embrione di una foglia cominciò a delinearsi, con mia grande gioia.
Scrutavo con curiosità quel rinnovamento e mi parve che si fosse
instaurata una gara fra le due piante, così diverse come origini, ma
simili nella capacità di ritenere l'acqua. Nello spuntare, le foglie
formarono un piacevole contrasto perché slanciate e allungate quelle
della pianta esotica, larghe carnose e dentellate quelle della nostrana,
formarono una gradevole composizione, proprio un delizioso ikebana. Il
risorgere della pianta mi fece sperare che ne avrei ammirato finalmente il
fiore. Come un lampo mi sorse nella mente la spiegazione di quella
metamorfosi e capii che l' anturium veniva da una serra ove era nato
e cresciuto accanto a tante altre specie di piante e , casa mia, si era
trovato, improvvisamente solo e appartato e la solitudine lo aveva fatto
quasi morire.
L' accostamento col geranio gli aveva ridato il gusto della vita e lo
sbocciare del suo meraviglioso fiore fu, per me, come un suo
ringraziamento.
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Caro "Pollice Verde"
anch'io mi considero tale e, lo dico con un
tantino di orgoglio, per il fatto che spesso mi è capitato di buttare un
seme in terra, quasi a caso, ritrovando poco tempo dopo una bella pianta
vitale e prospera della quale non conoscevo neppure il nome.
Questo capitava molti anni addietro, quando la mia giovane età, non mi
aveva ancora data la possibilità di conoscere tante cose.
Come ho fatto con tanti altri miei hobby, in seguito, ne ho approfondite
le conoscenze e con più consapevolezza sono diventata amica delle piante.
Ciò mi ha permesso di approfittare anche delle loro virtù terapeutiche
che , in molti casi, mi sono venute in aiuto. Ho scoperto anche che la
natura è generosa e mette a nostra disposizione molti rimedi, semplici e
immediati, dei quali è bene approfittare. Lo sanno molto bene gli animali
che al momento del bisogno, sanno istintivamente curarsi brucando
semplicemente la pianta più adatta. La premessa era necessaria per
invogliare, chi ancora non lo avesse fatto, ad accostarsi a questa pagina
che potrebbe diventare anche un ricettario di erboristeria se chi conosce
qualche nuova "ricetta" di piante officinali, volesse farla
conoscere a tutti gli amici della Palestra. L'invito vale anche per quanto
riguarda curiosità e aneddoti su fiori e frutta e in questi tempi di
sofisticazioni e di allergie varie, vale veramente dare più spazio ai
prodotti naturali veri alleati della salute. Il campo è vasto e
affascinante ed ogni persona, anche la più indifferente, è sempre
attirata dai colori e dai profumi di un piccolo spazio fiorito che ben
dispone alla meditazione, partendo da ciò, è facile addentrarsi nei
misteri dell' erboristeria e della cura dei fiori.
La Mano Verde |
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