indietro

LA DONNA PERFETTA

racconto di vita vissuta

di Annemarie Lenz

 

Dovrei dire la casalinga, moglie, madre perfetta, dato che stanno ancora discutendo se Venere è o non è perfetta. La perfezione di una donna dipende sempre dai punti di vista degli uomini e costoro sono poco affidabili. La casalinga invece ha dei parametri ben delineati: tutto deve essere impeccabile, il suo aspetto, quello della casa, i figli, la cucina possibilmente a cinque stelle, dolci fragranti fatti in casa per la prima colazione. Se poi sa cucire anche deliziosi completi per tutta la famiglia, sferruzzare maglioni da fare invidia a Missoni e nel suo tempo libero aggiornarsi su politica, cultura  e arte, allora si può considerare all’altezza delle aspettative.

Quando mi sono sposata ce l’ho messa tutta per non deludere il mio amato marito. Mi alzavo all’alba (per fortuna sono mattiniera) per togliermi il sonno dagli occhi, sistemare i capelli che guardavano in tutte le direzioni, vestirmi di tutto punto, ben sapendo che dopo avrei fatto la doccia, ma all’alba non si può svegliare lo sposo con scrosci d’acqua, e infine preparare il caffè che portavo puntualmente alle sette sul comodino dell’adorato. Mentre si faceva bello preparavo il vestiario onde consentirgli di infilarsi tutto e risultare pronto anche se mezzo addormentato. Dopodiché iniziava la mia giornata di pulizia maniacale. La casa era nuova e tanto grande che in due non si riusciva a sporcarla, ma i tappeti venivano tirati fuori ugualmente, i pavimenti lucidati, ogni granellino di povere tolto e magari tralasciavo qualche dettaglio che veniva puntualmente notato dai suoi occhi critici.  La cucina era la mia croce perché non avevo mai imparato l’arte. Mia madre era lontana e comunque la sua cucina era straniera e non andava bene. Quindi cercavo di carpire i segreti da mia suocera - con risultati alterni.... L’amavo troppo per mandarlo a quel paese quando sentenziava che non era come la faceva mammà.

Per fortuna non servivano i dolci fragranti perché per colazione beveva solo il cappuccino. I deliziosi completi cuciti in casa non si facevano perché l’ago ed io andavamo poco d’accordo; in cambio sferruzzavo, magari da non fare invidia a nessuno, ma i maglioni erano discreti.

Quando mi si presentò l’occasione di un lavoro part-time non esitai un secondo; avevo già capito che non sarei mai diventata la donna perfetta che ogni uomo ambisce. Più tardi arrivò il lavoro a tempo pieno con i figli, pannolini e pappe, compiti e problemi adolescenziali che sembrano colpire più i genitori degli adolescenti. O ero diventata miope oppure mi ero velocizzata a tal punto che la casa mi sembrava sempre pulita. Può darsi pure che avevo educato bene mio marito che non osava più richiamarmi per mancanze varie.

Sono diventata nonna, non sono perfetta neppure in questo ruolo, bensì  che mio nipote ed io ci adoriamo. Riconosco che ho fallito nella mia ricerca della perfezione. Vorrei conoscere qualcuno che ce l’ha fatta.... o forse no.

A proposito di aggiornamenti su politica ho rinunciato tanto tempo fa quando ho capito che non c’è mai nulla di nuovo. Sicuramente mi sono acculturata con i compiti dei miei figli, sciroppandomi libri di storia e tutto il leggibile di cui sono potuta entrare in possesso, nonché sono fiera di sapere chi è Totti. Con l’arte ho avuto più problemi, quando io avevo il tempo libero di solito i musei erano chiusi.

Malgrado io sia stata bocciata al concorso della donna perfetta, mi alzo ancora all’alba per portare il caffè al mio adorato sposo, ma magari mi presento in tuta e con i capelli arruffati.