Rione Parione - VI

 
 
 
 
 
 


Il nome deriva dal latino paries, parete, muro, casa e si riferisce al Parietone, nome dato alla grossa parete che divideva un ordine di gradini dello stadio di Domiziano, per derivazione, quindi Parione che si lega strettamente a Ponte, giacché molte sono le strade che da questo proseguono nell’altro e che poi, si allacciano anche con i successivi che mantengono il medesimo aspetto strutturale, viario e sociale. Tranne le demolizioni che i Piani Regolatori hanno apportate cancellando costruzioni malsane o fatiscenti, le modifiche e ristrutturazioni, hanno cercato di seguire un concetto uniforme e si passa agevolmente dall’una all’altra zona del centro storico, senza avvertirne i confini se non ci fossero le targhe rionali a specificarlo.

 
 
 

Intorno all’85 d. C. Domiziano, vi fece costruire uno stadio immenso che prese il suo nome. Era lungo 275 m. e largo 106, capace di contenere 30.000 spettatori e non essendo un Circo, non vi erano i carceres, cancelli, per fare uscire i cavalli come nelle corse e neppure la così detta spina che era il muro che proteggeva gli spettatori dalle arene; in questo stadio vi era un’arena libera dove venivano svolti soltanto i giochi atletici greci (Certamen Capitolinum) in onore di Giove Capitolino.
I resti di un portico con colonne sono tuttora visibili nelle cantine del palazzo INPS di piazza Tor Sanguigna ed altri cimeli è possibile vederli in un altro scantinato nei pressi della chiesa Sant’Agnese di piazza Navona.
Allo stesso imperatore devesi la costruzione dell’Odeon, fatto poi restaurare da Traiano e situato,approssimativamente,fra la chiesa di San Pantaleo e Corso Rinascimento.

CAMPO DE’ FIORI

Campo de fiori mia, core de Roma
tu sei la mejo piazza che ce sia.
forze nun sarai immenza né pulita
ma certo più dell'antre a me me piaci.
Tu m'aricordi i tempi de 'na vòrta
quanno che ce svejava la matina
la tromma der lattaro che passava
pé dacce assieme ar latte la "giuncata"

pé festeggià la Pasqua ch'arivava.
Li mazzi de violette a primavera
ce portaveno un soffio de poesia
e 'sta piazza de fiori parpitava.
Adesso li profumi so' de meno...
ma quanno passo pé st'antico sito
io ciaritrovo l'animo romano
ch'è pieno d'artruismo e d'allegria.

Core de Roma sei Campo de fiori
che ne conzervi tradizzione e vita.
E sei rimasta quasi sempre uguale
puro sì attorno a te tutto è cammiato!
Veri romani so' arimasti pochi
ma su 'sta piazza ce li trovi tutti!
Ce vengheno a godesse er "ponentino"
che puro lui è rimasto tale e quale.
De piazze a Roma ce ne stanno mille
ma tu la più romana sei de quelle.
 

In tale edificio si effettuavano gare poetiche e musicali e, in piazza dei Massimi c’è una bella colonna in cipollino che vi faceva parte.
Nella stessa zona erano anche la Curia e il famoso Teatro di Pompeo.
Dopo che Sisto IV ( 1471-1484 ) fece abbattere porticati, logge e balconi per rendere più agevole la difesa interna di ogni rione e Sisto V fece raddrizzare e pavimentare le strade, anche il mercato urbano del Campidoglio fu spostato in piazza Navona che era sorta sulle rovine dello Stadio Domiziano.
Si approfittò della vastità del luogo per riversarvi molta attività commerciale e anche il popolo vi trovò più spazio per i suoi divertimenti.
Alessandro VI le diede maggiore importanza perché favorevole a far divertire il popolo per estraniarlo dalle beghe politiche; favorì feste e giuochi popolari e ogni anno il Carnevale si festeggiava proprio su questa piazza e pure il mercato del mercoledì diventava la fiera dell’allegria e vi si svolgeva quel gioco popolare che ha dato il nome alla via e al vicolo della Cuccagna.
Ogni sabato e domenica pomeriggio del mese di agosto a partire dal 1652 la piazza veniva allagata otturando le chiaviche delle fontane e la gente vi sguazzava rinfrescandosi mentre le carrozze scorazzavano a mo’ di gondole e i musici suonavano e cantavano per il divertimento degli abitanti attorno che, da finestre e logge addobbate, assistevano all’originale spettacolo dove, però, avvenivano anche gravi incidenti per l’annegamento inevitabile di persone e di cavalli.
Nel 1869 l’usanza cessò e la piazza, solo dopo il 1970, ritrovò quella vociante allegria solo nei periodi natalizi dove nelle bancarelle appositamente allestite si vendono presepi, giocattoli e leccornie al suono delle cornamuse.
Nei palazzi di Parione abitarono ambasciatori, cardinali e nobili nonché meretrici e concubine.
Da ricordare l’Albergo della Vacca di proprietà di Vannozza Catanei amica di Alessandro VI Borgia, il Papa che contribuì al riassetto alle strade per rendere più agevole i percorsi dei romei diretti a S. Pietro.
Fiorirono le botteghe di argentieri, librai, editori e qualsiasi attività di compravendita e a Campo dei fiori si teneva un florido mercato bisettimanale di cavalli che poi divenne una Porta Portese ante litteram.
Le costruzioni, limitate dalle strettezze delle vie erano però ricche di decori, stemmi, fregi e fontanelle, magari riparate da severi androni che rappresentano per i turisti odierni impagabili fonti di curiosità.
Dei miseri alloggi coi fiori sui mignanelli restano gli acquerelli di Roesler Franz che li ha immortalati e che illustrano altri tempi quando la vita quotidiana si svolgeva maggiormente all’aperto perché le case erano buie e poco confortevoli.
Fra chiese, palazzi, illustri e sampietrini delle strette strade, al giorno d’oggi Parione offre nelle sue numerose botteghe articoli di antiquariato e modernariato che vengono offerti ai clienti con aria noncurante e sorniona, ma che poi restano convinti dalla competenza e dalla dialettica bonaria e spiritosa del venditore.
La delimitazione di Parione: via dei Chiavari, Corso Rinascimento, piazza Sant’Apollinare, piazza e via di Tor Sanguigna, via S. Maria dell’Anima, via Tor Millina, via della Pace, piazza del Fico, via del Corallo, via del Governo Vecchio, piazza dell’Orologio, via dei Filippini, vicolo Cellini, via de? Banchi Vecchi,, via del Pellegrino, via dei Cappellari, piazza Campo dé Fioti, via dei Giubbonari.
 

Approfondimenti

Piazza Campo de' Fiori si dice che abbia preso il nome dal campo pieno di fiori che vi era in precedenza. Mentre un’altra leggende vorrebbe che a dargli il nome sia stata Flora, la donna che amava Pompeo, il proprietario del famoso primo teatro di Roma che sorgeva nei pressi.
Nel 1456, papa Callisto III , fece lastricare la zona, nell'ambito di un progetto più ampio di sistemazione dell'intero rione Parione. Questo fece sì che molti palazzi importanti fossero costruiti in zona e proprio sulla Piazza sorse anche il Palazzo dei Principi Orsini.
Per questo motivo la piazza divenne un luogo di passaggio obbligato per personalità di spicco quali ambasciatori e cardinali. Ciò portò un certo benessere nella zona che divenne sede di un fiorente mercato dei cavalli che si teneva due volte la settimana (lunedì e sabato).
Nei dintorni sorsero molti alberghi, locande e botteghe di artigiani e la piazza divenne il centro di varie attività sia commerciali sia culturali. Ma vi avevano luogo pure le esecuzioni capitali e le punizioni giudiziarie con tratti di corda.
Giovedì 17 febbraio 1600 vi fu arso vivo Giordano Bruno, il filosofo frate domenicano, accusato di eresia. A suo ricordo fu poi. nel 1888. realizzato sul luogo stesso del rogo un monumento bronzeo, opera dello scultore Ettore Ferrari. Questa piazza è l’unica di Roma che non abbia una chiesa.
Nel secondo piano del celeberrimo palazzo Massimi, architettato da Baldassarre Peruzzi, si trova la cappella dedicata a s. Filippo Neri in memoria del miracolo operato dal santo il giorno 16 marzo 1584, che vi risuscitò il giovinetto Paolo Massimi figlio del proprietario. Questa insigne cappella, che ha tre altari, è ricca di marmi e di pitture pregevoli, e nel giorno suddetto vi accorre in folla il popolo a venerarvi le memoria del suo apostolo.