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APPLAUSI PER  “ UN PO’ PER CASO UN PO’ PER DESIDERIO “ DI  THOMPSON

COMMEDIA DELLA VITA A PARIGI

di Giuseppe Trabace

 

E’ incredibile, Parigi, la città delle luci, con il suo storico passato attraversato da monarchie trionfanti ovvero decadute ma anche dal vento impetuoso della rivoluzione, con i suoi innumerevoli maitre a penser di ieri e di oggi, con le sue trascinanti canzoni popolari, con i suoi bellissimi boulevards e via continuando, continua ad incantarci ed a commuoverci. La regista  Daniele Thompson con il piacevole film “ Un po’ per caso un po’ per desiderio “ riesce a darci queste sensazioni all’interno di una commedia di caratteri ove emergono i problemi esistenziali di un gruppo di artisti.

Siamo in Avenue Montaigne nel cuore di Parigi. Un quartiere elegante in cui fioriscono teatri, hotel lussuosi, piccoli deliziosi bar. Quivi si incontrano , talvolta si scontrano, artisti dalla vita tumultuosa. Testimone allegra e disincantata è Jessica la cameriera dell’affollatissimo “ Bar.des Theatres “, punto di ritrovo del quartiere. Un bistrot che resiste stoicamente all’avanzata della modernità e che viene frequentato dai protagonisti del film. C’è il celebre pianista Jean Francois, strettamente controllato per i suoi tanti impegni artistici dall’efficiente moglie Valentine,  che pretende, con introversione rabbiosa, per sé stesso e la sua musica spazi di libertà. Chi non noterebbe poi la famosa attrice di teatro Catherine, che si prepara ad interpretare un personaggio di una farsa di Feydeau ma è afflitta, meglio nevrotizzata, dalla consapevolezza che gran parte della sua fama proviene dalla sua partecipazione ad una scadente soap opera televisiva. Altro cliente del bistrot è il settantenne Jacques , ricco collezionista d’arte, che si sente vicino alla morte e trascina l’esistenza con apparente indifferenza sotto lo sguardo malinconico di un figlio che non riesce a capirlo. Le crisi di questi e di altri personaggi minori , trovano una qualche soluzione  nella stabilità dell’arte  in cui tali persone sono immerse. Jean Francois , si libera almeno per un po’ dal peso della responsabilità ed esprime la sua arte esibendosi in un grande concerto e ritrovando l’affetto sincero di Valentine. Catherine riesce nell’impresa di convincere un famoso regista statunitense a dirigerla in un film.che rappresenterà l’inizio di una vita artistica qualitativament6e diversa.. Perfino Jacques ritrova l’affetto e la stima del figlio e  liquida in un’asta il suo intero patrimonio artistico. A queste  soluzioni positive contribuirà l’attivismo e l’ottimismo della dolce Jessica che seguirà fedelmente il motto della sua saggia nonna “ Siccome non avevo i mezzi per vivere nel lusso, ho deciso di lavorarci “.

Film di intrattenimento certo, ma, come prima accennavamo, una certa atmosfera made in Paris non manca e poi le immagini scorrono veloci- aiutate da una colonna sonora che ci rammenta alcune grandi canzoni della tradizione francese- ed efficaci all’interno di una storia corale ben congegnata. La regista Thompson usa con abilità i toni lievi della commedia ma ad un tempo i problemi di quei personaggi non sono sottostimati ma analizzati con lucida ironia, indulgendo talvolta  a toni melanconici. Gli attori sono ben diretti e l’affiatamento si vede.

Tra le molte figure della storia segnaliamo la freschezza e la spontaneità di Cecile De France nel ruolo di Jessica. Valerie Lemercier ci dà un ritratto a tutto tondo di Catherine, descrivendone le insicurezze ma anche la voglia di uscire dal pantano della facile notorietà. Laura Morante si rifugia nel mestiere nella parte di Valentine. Sydney Pollak, regista di talento anche nella vita ( qualcuno ricorda film quali “ Non si uccidono così anche i cavalli “ o “ Come eravamo” ?) rifà sè stesso con allegra improntitudine. Ma la palma del migliore tra gli attori spetta al veterano Claude Brasseur  (vedi foto ). Figlio del grande Pierre, attore mitico cinema francese, Claude ci regala un ritratto intenso e sofferto di Jacques.Si noti la sensibilità, non macchiata dalla nevrosi, con cui l’attore descrive il lento allontanarsi dalla vita del suo personaggio.

Un film superiore alla media che consigliamo a chi ama l’intrattenimento non superficiale

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