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Testo e disegno
di Lea Mina Ralli

TRAMONTO DI UN ATTORE  

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I recinti degli animali erano tutti tranquilli. Quella mattina, i sorveglianti, dopo aver distribuito il primo pasto ai loro ospiti, si accinsero a ricevere il furgone che avrebbe scaricato fra non molto un grosso orso che un popolare ed importante circo aveva deciso di mettere a riposo collocandolo presso il loro Zoo.
Era un piccolo zoo che aveva però una discreta rappresentanza di animali, ma un orso vi mancava, non essendosi mai presentata l'occasione di acquistarne uno.
Per questo la bestia era attesa con molta curiosità ed anche con una certa apprensione data la sua mole. Gli uomini che lo dovevano prendere in consegna, sapevano benissimo che gli orsi in genere sono animali difficili da trattare se adulti mentre si lasciano facilmente addomesticare nelle prime settimane di vita.
Quello in arrivo doveva essere molto anziano perchè andava in pensione dopo una vita di Circo. Dovevano tenersi guardinghi ed attendersi qualsiasi reazione dato che entrava in un ambiente nuovo; soprattutto avrebbe dovuto sottostare a nuove regole e a nuovi guardiani. Meglio stare in guardia!
Finalmente il rombo dell'automezzo, di doppia portata si fece sentire e ben presto s'inoltrò lungo il viale d'accesso.
L'intera squadra degli addetti era pronta a riceverlo. Spalancati i portelli posteriori, il bestione si presentò in tutta la sua possanza. Pur vecchio, era un bellissimo esemplare di color mogano e aveva ancora l'andatura baldanzosa.
Quelli che lo accompagnavano gli tolsero le funi che lo avevano protetto dagli scossoni del furgone. Era stato abituato piuttosto libero e quindi lo sospinsero appena di quel tanto che serviva a farlo andare per il verso giusto.
Il proprietario dello Zoo, appassionato di ogni tipo di fauna, era il più ansioso e gli premeva di vederlo sistemato al più presto perchè aveva profuso un bel mucchio di denaro in quell'orso!
Le trattative erano state portate avanti puntando appunto sulla sua docilità. Questo era fondamentale altrimenti gli avrebbero creato grosse difficoltà data la limitata ampiezza dello Zoo che non consentiva grande distanza fra le gabbie. Inoltre non godeva di sovvenzioni governative e l'esiguo prezzo dei biglietti d'ingresso non gli dava dei guadagni elevati.
Per questo voleva evitare che il nuovo ospite creasse confusione invece che divenire un ulteriore richiamo per i visitatori. Questo, era stato il motivo principale che lo aveva spinto ad acquistarlo. Sperava vivamente che la bestia, abituata alla libertà del Circo, si rassegnasse a vivere ingabbiata.
Intanto seguiva le operazioni d'installo dell'orso che caracollava lento, col buffo caratteristico passo. Ma dinanzi all'apertura del gabbione che lo attendeva, si era impuntato e non voleva entrarvi. Col suo vocione sbraitava attirando la curiosità degli altri animali che si erano allineati all'interno degli altri alloggi. Il loro gridìo eccitato e gli odori nuovi che giungevano al suo olfatto lo fecero ancor più innervosire. Indietreggiare però non poteva giacché tutti i guardiani facevano barriera e colui che lo guidava cercava di spingerlo a forza verso quel nuovo alloggio. Quest'ultima imposizione lo portò ad infuriarsi perchè era sempre con dolcezza che gli erano stati insegnati gli esercizi che eseguiva per divertire il suo pubblico.
Erettosi sulle zampe posteriori, emetteva suoni terribili, mostrando com'era brutta e pericolosa la sua collera.
Come rabbonirlo? I vecchi guardiani presero l'iniziativa consultandosi in fretta e decisero il da farsi. Per prima cosa lo fecero rientrare nel furgone che ancora conservava gli odori consueti; nel frattempo sottoposero al Direttore la loro idea.
Essi avevano pensato di ricreare un'arena circense provvisoria per far esibire l'orso com'era sua abitudine. Il piazzale del Giardino Zoologico si sarebbe prestato molto bene perchè era circondato da aiuole piene di fiori come fiorita era l'arena del Circo da cui proveniva. La cosa necessaria però era di approntare, nel più breve tempo possibile, un pubblico allegro e vivace. Solo in questo modo l'orso si sarebbe disteso e rassegnato. Ne erano certissimi!
Il Direttore accettò e si pose subito al telefono e dopo alcuni tentativi a vuoto, riuscì a convincere un suo amico Preside di scuola media ad autorizzare l'uscita fuori orario degli allievi di due classi che, accompagnati dai loro insegnanti avrebbero assistito ad una "lezione dal vivo" molto insolita.
L'esuberante comitiva dopo poco giungeva felice, disponendosi a divertirsi.
Quando l'orso fu fatto nuovamente scendere dall'automezzo, trovò ad attenderlo la stessa atmosfera allegra che al Circo era abituale. Ritornò docile e obbediente e al ritmo di musiche note trasmesse da un registratore, trovato frettolosamente, diede inizio al suo spettacolo. Fortunatamente l'uomo che lo aveva accompagnato conosceva i comandi giusti cosicché il bestione si trovò ben presto a suo completo agio. Lo stratagemma sortì l'effetto desiderato e la piccola folla giovanile che per quell'uscita imprevista era diventata fin troppo euforica, fu prontissima a sottolineare gli sgambetti e gli inchini dell'orso-attore che recitava per loro.
Fu poi lo scroscio finale di applausi che riuscirono a consolare la bestia riluttante che ormai stanca, ma felice, non oppose più resistenza e avviandosi soddisfatta si lasciò condurre al suo nuovo destino.
Nel futuro si sarebbe dovuto accontentare soltanto delle visite curiose che da fuori la gabbia avrebbero assistito alle sue esibizioni... solitarie. Applausi corali non ne avrebbe più ricevuti! Sarebbero solamente tornati nei suoi sogni.
Come ogni attore al tramonto sarebbe vissuto di ricordi sperando ad ogni momento di essere chiamato ancora a recitare.

 

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