VIAGGIO TRAGICOMICO


Dopo molti tentennamenti, Denise, si convinse di mandare la sua adesione a quel breve viaggio organizzato che aveva come meta una località della Svizzera e soltanto il giorno della partenza conobbe i suoi compagni di viaggio.
Per la verità, durante il percorso in pullman, non fraternizzò con nessuno anche perché si avvide quasi subito che la sua vicina di posto, anziana quanto lei, era dura di orecchio.
Non era certo il caso di iniziare una conversazione serrata perciò il suo interesse si concentrò sul panorama che l'interessò molto essendo, per sua fortuna, il suo posto capitato accanto al finestrino.
Alternò al godimento della natura la lettura del quotidiano che aveva avuto cura di acquistare al momento della partenza e all'annotare sull'agenda qualche appunto sulle località che le passavano davanti, senza prestare troppa attenzione al cicalare dei compagni di viaggio, in maggioranza donne.
Molte di loro non erano nuove a questo tipo di viaggi, quasi tutti finalizzati da sponsor interessati a mostrare e vendere articoli vari. Denise non era affatto disposta a riempirsi la casa di quelle cose inutili che tutti acquistavano per via del buon prezzo, convinti di fare degli affari.
Ella si concentrò quindi alla contemplazione del magnifico panorama che si andava snodando davanti ai suoi occhi, dandole quasi una gioia fisica che la incitava a fissare ogni sensazione con brevi annotazioni. Le avrebbe elaborate in modo corretto dopo le visite prestabilite dal programma.
La curiosità più forte era quella della visita ad uno stabilimento lider nel settore del cioccolato per vedere la lavorazione del suo dolciume preferito che da qualche tempo le era stato proibito dal medico, allarmato dalla sua pressione arteriosa… al rialzo.
Non giovane, Denise era in quella terza età in cui è concesso di condurre una vita quasi passiva, liberata, finalmente, dai molti doveri familiari che non concedono spazio ad una moglie e madre responsabile. A questo stato di subordinazione si era adeguata senza troppi rimpianti, dedicandosi completamente alla casa, al marito e all'unica figlia che, al momento della morte del padre, era già sposata e madre.
Era stato un buon compagno il defunto consorte che l'aveva resa felice e aveva conclusa la sua vita laboriosa d'improvviso, vittima di un infarto.
In breve tempo, la sua vita si era trasformata!
Vedova e sola da circa dieci anni Denise aveva cominciato a frequentare dei Corsi serali di Giornalismo ed aveva avuto la possibilità di vedersi pubblicato qualche articolo. Questo la spronò a continuare e, avendo trovando un suo spazio per esprimersi, si sentì realizzata e non del tutto inutile.
La predisposizione a scrivere l'aveva ereditata dal nonno materno, giornalista affermato e che, durante l'infanzia, aveva dato alla nipote prediletta consigli preziosi.
La brama di conoscenza e l'entusiasmo col quale scriveva la spronavano ad appuntare tutto ciò che la colpiva e nei suoi resoconti si ritrovava la verità e l'immediatezza che percepiva.
La visita allo Stabilimento le riservò delle sorprese, specialmente scoprendo che era situato qualche chilometro fuori città in un antico maniero che incuteva una sorta di timore perché sembrava un fortino, anche se il profumo che si sprigionava intorno lasciava presagire le dolcezze interne.
Nell'entrare, il contrasto fra antico e moderno fu subito evidente.      
                                              
continua


Le apparecchiature modernissime di metallo cromato che luccicavano sotto le luci erano possenti e attive in ogni ora del giorno e della notte e con il loro rumore costante mostravano i vari passaggi del cacao, prima di trasformarsi negli svariati tipi di cioccolata da tutti graditi.
Nel visitare i vari padiglioni tutti furono presi dall'euforia, inebriati dall'odore acuto di cacao e vaniglia tanto che quando fu loro offerta la degustazione gratuita di quelle leccornie, ci fu letteralmente l'assalto ai tavoli dove i vassoi erano allineati.
Da quel momento nessuno tenne più conto del tempo e ogni partecipante al viaggio si concentrò soltanto a scegliere e gustare quell'ineffabile ben di Dio.
Denise dimenticò persino la sua ipertensione in agguato.
Non seppe mai quante praline e fondenti e wafer ingoiò, decisa a saltare la cena che avrebbe trovato in albergo.
Ma quando si risvegliò dall'estasi dell'ingordigia, si rese conto, con disappunto, che accanto a lei non c'era più nessuno del suo gruppo.
Piuttosto confusa, girovagò nei padiglioni adiacenti, con la speranza di vedere qualche viso conosciuto, ma invano!
Dei partecipanti al viaggio, non c'era più nessuno!
Solo allora fu presa dal panico cominciando a fare domande concitate per trovare la via dell'uscita, ma non conoscendo altre lingue che l'italiano, nessuno capì ciò che quella signora straniera andava chiedendo. Qualcuno la guardò anche con sospetto e una giovane sorvegliante che avrebbe voluto aiutarla intuendo che si trovava in difficoltà, la prese per la mano quasi fosse al cospetto di una persona inefficiente, sospingendola fino alla porta di un ufficio dove entrò, facendole cenno di aspettare richiudendosi l'uscio alle spalle.
Subito Denise fu avvicinata da un uomo che in un idioma sconosciuto le fece capire che l'avrebbe accompagnata al suo pullman, ripetendone spesso il nome. Questo fu almeno quello che credette di capire Denise che, docilmente lo seguì fino alla strada dove vide l'uomo confabulare concitatamente con il guidatore di un automobile privata che guardava fissamente con una brutta espressione la sua rigonfia borsa da viaggio.
La malcapitata, con una intuizione repentina, fece dietro front, rientrando correndo nello stabilimento mentre gridava concitatamente una delle poche parole inglesi che riuscì a ricordare: help... help.
In un lampo fu circondata da molte persone che la sospinsero verso lo stesso locale ove si era diretta la sorvegliante poco prima : il posto di guardia della fabbrica.
Qui fu più facile farsi capire dopo aver mostrato, al gendarme che la interrogò, la ricevuta di pagamento del viaggio e una copia del programma dove era prenotata l'ora della visita fatta.
Ci volle un po’ prima di chiarire completamente la posizione della signora che era rimasta nello stabilimento mentre i compagni, conclusa la visita erano risaliti nel loro torpedone.
A trarla d'impaccio, giunse la telefonata allarmata della guida del pullman che si era accorta dell'assenza della signora solo al momento del rientro in albergo.
Tenuto conto dell'età e dell'eccitazione causata dalla scorpacciata di cioccolata, dopo tanta astinenza, la golosa Denise, fu riaccompagnata all'albergo ove si ricongiunse alla comitiva e un finale tragicomico fu posto come finale al racconto del suo viaggio in Svizzera.

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