ATTUALITÀ

   COME MARIA GRAZIA CUTULI

Ultimo giorno di un' inviata di guerra
Ho tranquillizzato mia madre che con voce spezzata mi esortava alla prudenza e, ho dovuto necessariamente  interrompere la comunicazione telefonica,  inviandole un ultimo bacio.  Devo riconoscere, però, che ha mille ragioni per essere preoccupata.
Lei avrebbe desiderato per me una vita tranquilla con marito e figli. Ma io vivo bene così: sempre in viaggio fra pericoli e disagi , bramosa di conoscere e divulgare notizie di prima mano con l'incoscienza degli inviati di guerra. Oggi specialmente, so bene quanto sia difficile il percorso da fare perché non è la mia prima campagna di guerra e di momenti scabrosi ne ho superati molti.  Ne ho viste di  terre martoriate come questa uscendone indenne!       Spero che sarà così anche stavolta. La gente deve sapere nel dettaglio gli avvenimenti e finché potrò  il mio giornale sarà il primo ad avere notizie. Ho anche detto a mia madre che non mi avventuro da sola , ma ho vicini quattro colleghi che conosco e che stimo. Con Julio, specialmente, sono anni che condividiamo questi "ameni soggiorni" e sempre ce la siamo cavata, amando entrambi una esistenza spericolata quanto  mai,  che ci ha arricchito e ci ha fatto conoscere le negatività della vita dei nativi di questa terra ingrata. 
Più di tutto colpisce il trattamento riservato alle donne, costrette da leggi inumane a condurre esistenze da prigioniere.  Di fronte a loro io mi sento privilegiata perché ho potuto scegliere la  mia strada e possiedo questa grande  libertà dell'esprimermi e  vedere con chiarezza quanto accade in questo sfortunato Afghanistan: luogo di guerre tribali continue  con strade polverose e infide adatte ai trabocchetti e alle insidie. Questa mattina, molte persone  lo hanno fatto presente a noi giornalisti, esortandoci  a non partire, ma noi decisi, non abbiamo voluto ascoltarli e col nostro automezzo ci siamo messi in viaggio fidando su un destino favorevole. Sappiamo che qualche collega ci ha preceduto su questo stesso percorso e noi faremo altrettanto. L'unico dubbio è forse quello di palesare con evidenza la nostra professione e "questi", ce l'hanno coi giornalisti che riescono a scoprire i loro segreti più nascosti. Anch'io oggi  ho scoperto una cosa capitale che ho già comunicato al mio Direttore: e sono intenzionata ad andarci più a fondo. Mi avvantaggia il conoscere la loro lingua ed ho anche alcuni informatori attendibili dai quali però debbo stare in guardia perché li ritengo corruttibili  e che  col pretesto di darci notizie ci stanno sempre intorno, riuscendo a conoscere i nostri itinerari…Chissamai quale potrebbe essere il loro comportamento? Con l'eco della voce di mia madre nel cuore, mi sono unita al gruppo in partenza e abbiamo già percorso ore di viaggio avanzando guardinghi. Siamo  ad una ventina di chilometri dal capoluogo da raggiungere e udiamo nitidamente gli spari che a si susseguono e che ci sembrano venire da molto lontano. Ma che sta succedendo?  Un trambusto ci fa arrestare e molti uomini barbuti,  intabarrati e armati escono da un anfratto  e ci attorniano inferociti  facendoci scendere dalla macchina a spintoni…Io sono la prima a sentire  le  brutali mani che mi trascinano spietatamente e che mi danno brividi di paura. Penso a mia madre …Non vorrei farla soffrire… Forse avrei dovuto darle più ascolto! 
Ciao cara mamma… chissà se potrò raccontarti tutto questo? "

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