Dal libro:
Elzeviri e racconti |
DIGITARE
…..DIGITARE
(dal libro: Versi liberi e Haikü)
Com'è bello poter fare
sul PC quel che ti pare
potrai scrivere creare
disegnare e cancellare potrai ripristinare
quanto inavvertitamente
dal visuale ti scompare.Questo ed altro si può fare!
Basterà solo imparare
ogni tasto a maneggiare
con destrezza e simpatia
ed aver tanta pazienza
per la non facile scienza
che è Informatica sapienza
e che infine ben appresa
sul cervello farà presa.
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IL COMPARE
Da quando la
parola Padrino ha assunto un
significato mafioso, è tornato di moda
chiamare Compare colui che regge a battesimo
o cresima una persona di religione cristiana e
che gode di molta stima e rispetto.
Il preambolo è necessario anche perché si
suole chiamare compare anche chi è complice
di qualche impresa poco pulita.
Anche noi ritenevamo
molto importante il Compare di nostro figlio
che però viveva a Bologna. Non avendo avuti figli, lui e sua moglie, avevano
riversato molto affetto sul figlioccio e per telefono o in qualche visita si
tenevano sempre informati sulla sua crescita. Per i suoi diciotto anni, il
nostro Giulio, fu felice di ricevere il suo dono consistente in una bicicletta,
ultimo modello. Noi genitori per tema di qualche incidente non avevamo mai
esaudito il suo desiderio di averla. Purtroppo dopo circa due mesi il giovane
ciclista fu investito da un grosso furgone che gli causò la frattura di una
gamba. Per non dare un dispiacere al suo Compare non gli comunicammo la cosa
pensando di farlo non appena fosse passato quel periodo angoscioso. Quando ci
fummo rasserenati circa le sue condizioni d'accordo con mio marito decidemmo di
informarlo. Nel frattempo si era instaurata la teleselezione telefonica ed io
presi l'iniziativa di fare questa comunicazione. Formai il prefisso di Bologna e
prima ancora di terminare il numero del suo apparecchio udii proprio la voce del
Compare che diceva: So che Giulio è in via di guarigione. Ne sono contento
perché sono stato molto in pensiero per lui. La sorpresa di sentire, così a
bruciapelo, quanto lui fosse informato del fatto, senza che nessuno glielo
avesse comunicato, non mi fece riflettere subito che mi aveva parlato prima che
avessi terminato di comporre il numero. Mi sembrò però che fosse caduta la
linea ed io non avevo detto neppure una parola. Riformai il suo numero e, questa
volta per intero, ma nessuno rispose ai ripetuti squilli. Attesi con impazienza
il ritorno di mio marito dal lavoro e mentre facevamo congetture per spiegarci
come avesse avuto notizia dell'incidente ed anche della stranezza della
telefonata ci giunse un telegramma inviatoci dalla moglie del Compare che,
straziata dal dolore, ci comunicava la morte per infarto di suo marito avvenuta
due giorni prima. Il dubbio di aver parlato con un fantasma non mi lascia più.
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MENO UNO…
UNA PICCOLA DISTRAZIONE
Incaricata di
recapitare, una somma raccolta all’Università a favore della poverissima
Missione di Giacomo Comino, nel Sudan, avevo chiesto a mia figlia di
accompagnarmi con la sua auto alla Casa Madre dei Salesiani, assicurandole che
sarebbe stata, per lei molto impegnata, una piccola perdita di tempo.
L'indirizzo, copiato affrettatamente nell’uscire di casa, era al 111 di Via
della Pisana, ma, giuntevi, ci siamo rese conto che di quel numero civico non
v'era traccia perché dal 95 al 121, l'isolato appartiene ad una Parrocchia.
Amareggiate e perplesse, con l'idea che neppure la via fosse quella giusta,
siamo risalite in macchina chiedendo, a tratti, informazioni ai passanti.
Fra un sali e scendi dalla vettura, molto pericoloso in quella strada
dall'intenso traffico finalmente un fioraio ci ha dato l’indicazione giusta:
numero 1111 della stessa via che sfociava in aperta campagna.
Per la fretta avevo scritto tre volte il numero uno invece di quattro…
soltanto questo.
A raccontarlo sembra una sciocchezza, ma questa mia distrazione ha voluto
significare una buona perdita di tempo e non ne avevamo molto a disposizione.
Ripreso il percorso, abbiamo visto fra gli alberi, a fianco di una grande
cancellata automatica la scritta che cercavamo: Casa Generalizia dei Salesiani
di Don Bosco.
Un sospiro di sollievo ci ha tolto dall’ansietà e inoltrandoci lungo un viale
alberato siamo giunte alla scalinata del grande complesso, circondato da un
vasto parco.
Nella spianata centrale spiccava la popolare statua di San Giovanni Bosco,
circondato dai suoi allievi.
Il sole che aveva dardeggiato sull’automobile per tutta la strada, ci aveva
fatto sudare e, d’improvviso, quel luogo fresco e piacevole è stato un vero
refrigerio.
Annunciate col citofono della portineria, è sceso a riceverci Don Mario Sala
che ci ha fatto accomodare nel grande salone del primo piano e si è
intrattenuto alcuni minuti con noi, prendendo visione della generosa offerta in
denaro , complimentandosi per gli articoli del nostro periodico universitario e
di alcuni miei libri di poesia che vi avevo aggiunto.
Mentre mia figlia scattava alcune foto ricordo, il nostro ospite ci ha narrato
di essere stato per 24 anni consecutivi missionario nel Madagascar e dopo un
periodo di riposo, tornerà ancora in qualcuno di quei luoghi in cui è
possibile vivere soltanto con l'aiuto della Divina provvidenza.
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