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LA PREGHIERA

 

“Dal profondo a te grido, o Signore,
Signore, ascolta la mia voce
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera
” (Sal 130,1-2)

La preghiera non è chiedere a Dio che esaudisca le nostre richieste, ma esprimere il desiderio che la Sua volontà si realizzi in noi con la convinzione che  essa contenga ciò che di più buono possiamo desiderare.  Non sono le nostre preci che hanno la forza di operare, ma siamo esauditi  perché Dio lo vuole ed esse non possono cambiare la Sua immutabile eterna volontà, ma cambiano noi. Perciò pregare è esprimere completa fiducia nel suo amore per noi, non è la richiesta di sfuggire il dolore, ma chiedere la fede necessaria per sopportarlo.“Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore”(Gb 1,21).
La preghiera è qualcosa  di spontaneo e di indispensabile, ma quando viene considerata gravosa e pesante, vuol dire che  manca l’amore disinteressato verso gli altri, il donarsi.  Gesù ha detto:“Nessuno ha un amore più grande  di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando”(Gv 15,13-14) . Infatti“chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà”(Mt 16,25). Una persona capace di amare così, donandosi all’altro è una persona che sa pregare.
Abbiamo visto alla televisione e letto nei giornali che dopo i terremoti e le alluvioni, tutti vanno ai funerali, dalle autorità ai  semplici cittadini.   Sia coloro che non pregano normalmente, che i non credenti e gli atei tutti indistintamente, ciascuno a modo suo, erano uniti in questo gesto di solidarietà verso i morti e la preghiera è diventata naturale e necessaria.  Ciò che l’ha resa  genuina è  l’amore verso il prossimo. Amore e orazione sono indispensabili come la vita ed il respiro.
L’amore di Dio verso  di noi  viene accolto nel nostro cuore e donato all’altro (cf Mt 22,37-39). “Noi amiamo perché Egli ci ha amato per primo”(1Gv 4,19), perciò anche la preghiera deve venire da Dio ed  entrare nei nostri cuori attraverso lo Spirito  Santo (cf Rom 5,5) che intercede per noi (cf Rom 8,15-16) non essendo noi all’altezza di pregare come si deve. Lo Spirito  “soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va” (Gv 3,8).
L’essenza della preghiera è estendere il Regno di Dio su tutta la terra, come è nel Suo piano, accogliendo così i Suoi desideri. Di solito l’orazione viene concepita come un dialogo con Dio, ma forse è meglio viverla come un momento di silenzio davanti al Signore, perché Lui non parla come noi. Dialogo con Dio è luce interiore, è intimità creata da un rapporto cuore  a cuore  dal quale sgorgano sentimenti di gratitudine, di lode, di umiltà e di pentimento.
Analizzando meglio, si capisce che pregare vuol dire rimanere in silenzio  davanti al Signore piuttosto che conversare con Lui, vuol dire immergersi in Dio, non solo con l’anima, ma con tutto il nostro corpo. Ascoltare il Signore, implica una conoscenza profonda, che sfocia in un impegno, in un desiderio di sentire bene la parola di Dio che si  manifesta non tanto con un discorso, ma con gli eventi della vita di tutti i giorni, come fece la Madonna, che è il nostro modello di preghiera  silenziosa.
La gioia vera, quella che nessuno ci può togliere, nasce dal cuore sereno che riposa nel Signore, in silenzio  davanti a Lui e  comprende la Sua voce. Attraverso l’orazione  impareremo a riconoscere la voce di Gesù e a seguirLo:“Le mie pecore ascoltano la mia voce io le conosco ed esse mi seguono”(Gv 10,27).
Tutti possiamo e dobbiamo pregare qualunque sia l’ambiente e la condizione sociale e tocca a noi trovare il modo più adatto. La forma o il modo di invocare Dio può variare secondo la spiritualità di ognuno  perché la preghiera non può essere isolata dalla vita. Naturalmente, nonostante la buona volontà, le preoccupazioni quotidiane e le sofferenze finiscono spesso per irrompere proprio quando cerchiamo di pregare. Le distrazioni involontarie non possono essere evitate e se ci  accorgiamo che la mente sta divagando non ci dobbiamo preoccupare, ma restare in pace e trasformarle in orazione, con la sicurezza che“ lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza,...poiché Egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio” (Rm 8,26-27).
E’ difficile cambiare la vita stressante e indaffarata che conduciamo, perciò bisogna viverla come preghiera e trovare il tempo libero  per stare in compagnia del Signore. Gli avvenimenti della  vita quotidiana e non i pensieri sublimi sull’amore di Dio,  spesso  sono alla base delle nostre preci . E’ necessario quindi stare in silenzio ed ascoltare la parola di Dio:“Parla Signore,perché il tuo servo ti ascolta” (1Sam 3,9).
Quando l’orazione diventa una conversazione con il Signore, dobbiamo soprattutto ascoltare: “chi ha orecchi intenda”(Mt 11,15). E’ un impegno, ma anche un’accoglienza, un’attenzione, una meditazione della Sua parola per comprenderla bene. Non c’è cosa pari alla preghiera capace di  farci penetrare  nella realtà spazio e tempo, esistenza e tempo. Chi prega trascende il tempo e lo spazio pur essendovi dentro, fa suoi i desideri di Dio e si trasforma orando. Infatti Egli sa meglio di noi ciò di cui abbiamo bisogno.La fede ci rende capaci di  accettare con semplicità anche il fatto che, a volte, le nostre preci non siano esaudite. Dio aspetta da noi che continuiamo a pregare  e a chiedere con fiducia. Molte volte Egli ci fa attendere  per poi concedere quello che domandiamo. Se non ci esaudisce, questo è un mistero della Sua divina volontà: è il mistero della Croce. Gesù ha detto“Come tu,Padre, sei in me e io in te, siano anche essi in noi  una cosa sola”(Gv 17,21). Solo Dio sa qual’è il  nostro bene, essendo sempre  fedele alla Sua giustizia e al suo amore verso di noi.
Pregare, è conoscere Dio, anzi essere da Lui  conosciuti (cf Gal 4,9). Non è  una questione privata tra noi e il Signore, ma è l’orazione dell’umanità intera, una supplica  per esaudire le problematiche del mondo, che costantemente indirizziamo a Lui. 
Porgi l’orecchio, Dio, alla mia preghiera,
non respingere la mia supplica;
dammi ascolto e rispondimi,
mi agito nel mio lamento e sono sconvolto”
(Sal 55,2-3)