L’EGOISMO
Un
turista italiano fa il bagno nel mare, travolto dalle onde chiede
aiuto, dalla spiaggia di Castagneto Carducci, vicino a Livorno, un
muratore senegalese Cheikh Sarr di 27 anni se ne accorge, e grida alla
gente distesa al sole:”Presto, aiutatelo, sta annegando”. Si getta in
acqua, lo trascina a riva e lo salva, ma mentre Cheikh stava
per uscire dall’acqua, una nuova ondata lo travolge e la
corrente lo porta al largo. Il suo amico, Francesco Candeliere, che
lo aveva aiutato a salvare il turista, sente le sue grida e cerca
invano di soccorrerlo. Un’ondata l’ha già inghiottito
e solo verso le 20 è stato trovato il corpo. Cheikh era venuto in Italia
nel 1998 e lavorava in una ditta edile, con il suo stipendio
manteneva padre, madre, due fratelli, la moglie e la figlia di 10 mesi che
non ha potuto conoscere. Tutti abitano a Kolak, una città del sud,
poverissima e tormentata dalla carestia.
Il senegalese è un altruista, un eroe, prima di morire ha salvato
la vita ad un uomo. L’italiano invece è vissuto, ma quando ha saputo
che il suo salvatore era disperso, invece di ringraziare, di dare un po’
di conforto ai parenti ed agli amici se ne è andato via. Ecco un tipico
esempio di egoismo!
Meno male che il fatto è stato riferito al capo dello Stato ed il
Presidente Carlo Azelio Ciampi ha conferito la medaglia d’oro al
merito civile, alla memoria di Cheikh Saar. Un passaggio della motivazione
dice: “Per il suo fulgido esempio di eccezionale
coraggio....nobile spirito di altruismo e preclara virtù civica”.
La moglie, Hadi Ann Sarr, intervistata telefonicamente, ha
detto:”Il Presidente Ciampi è stato molto buono con noi, tutta Italia
lo è stata”.Alla bambina dirà “che è una bambina fortunata perché
ha avuto un padre coraggioso e dal cuore grande”. All’italiano salvato
”gli dico che lui non è nostro debitore. Mio marito l’ha salvato e ha
fatto il suo dovere. Non è eroe per questo. Il coraggio di mio marito è
stato quello di emigrare ed è il coraggio di gran parte del nostro
popolo. Non so se devo perdonare un uomo che non ha detto grazie. Ma se
voi credete che io lo debba perdonare io lo perdono con tutto il cuore e
sono pronta ad abbracciarlo perché in lui vive mio marito.”
Ecco
un altro esempio di altruismo!
Nella
nostra società predomina la persona egoista che considera gli altri dei
mezzi da utilizzare secondo i suoi bisogni e da divorare
all’occorrenza. Ben integrato nel sistema, l’individuo agisce
razionalmente, senza influssi sentimentali, per ottenere un suo scopo
economico utilizza i mezzi che ha e li sfrutta al massimo. Considera
gli altri solo mezzi per i suoi bisogni, pronto poi a non
avere più relazioni con loro quando tutto é finito.
Nessuno
vive da umano se non lo vuole liberamente, per cambiare deve intervenire
un elemento decisivo: la sua libertà. Una persona non diviene ciò che è,
se non vuole diventarlo. Il “no” al proprio essere è la più radicale
delle immoralità, ma non è facile dire il ”sì” e
trasformarsi in un uomo libero ed aperto verso l’altro,
accogliendolo, facendogli il dono di sè e relazionandosi con lui,
considerandolo un “fine” e non un “mezzo”. Quando però ciò
avviene, la propria vita ha un senso ed il cuore è guarito da tutti
i narcisismi. Si passa da un amore concupiscente ad uno oblativo,
dal volere gli altri per sè, ad essere “io” per gli altri. La
vita umana degna di questo nome è quella in cui si dice un “sì”
incondizionato, unilaterale, gratuito anche verso i nemici ai
quali ci si presenta con un amore senza riserve. Tutte le scelte che ne
conseguono rendono la persona veramente umana e hanno queste
caratteristiche, perché si attengono all’amore e l’amore fonda
la persona. Chi ama gioisce certamente della reciprocità,
ma non deve aspettarsi che questa sia una risposta obbligata. Nessuno
infatti può amare per dovere o per legge. L’egoismo è un attaccamento eccessivo al proprio “ego”.
Per molti l’ ”io” è al centro della loro vita e gli altri vengono
dopo. E’ un legame morboso che hanno dentro se stessi unito ad una
noncuranza per gli interessi degli altri. C’è una tendenza a fare
dell’ “ego” il punto di riferimento di tutti i valori, di
subordinare ogni cosa a lui ed ai propri interessi.
L’egoismo
coincide con la bramosia violenta e quasi frenetica del denaro: la
cupidigia. Essa riguarda i beni materiali e le ricchezze, è
particolarmente contraria all’amore del prossimo e soprattutto dei
poveri. C’é sovente il problematico rapporto del credente con la
ricchezza. Bisogna però guardarsi da un dualismo manicheo, dove la
ricchezza viene soltanto demonizzata, invece di chiedersi quale sia il suo
giusto uso ed il modo morale per produrla. Se la ricchezza di una persona
porta inevitabilmente ad un impoverimento degli altri, sono giuste le
invettive contro le sperequazioni sociali e contro i ricchi. Se
invece è una opportunità per aiutare i poveri, è una benedizione. E’
un male se può favorire l’accumulo del denaro per sè ed il farlo
diventare un valore assoluto che sminuisce la relazione con Dio e
mette in questione la ricerca di una reale fraternità con gli altri,
specialmente se bisognosi .
L’avidità
è un pericolo profondo, è il desiderio di possedere sempre di più che
diventa un ossessione ed impedisce i rapporti con il prossimo. Ci sono
molte questioni che anche oggi dobbiamo purtroppo registrare riguardanti
le eredità che dividono le famiglie e stroncano i rapporti.
L’abbondanza dei beni impedisce al credente di vedere l’essenziale,
perché viene illuso da una possibilità di sicurezza futura e
così si dimentica che la cosa più importante della vita è
l’essere pronto per comparire al cospetto di Dio.
La
ricchezza non è un male in sè ma, se non si è vigilanti e severi
con se stessi, essa rinvigorisce l’egocentrismo, rende insensibili ai
bisogni degli altri e dà una visione distorta di sè, quasi si fosse noi
i padroni e non solamente amministratori dei patrimoni.
Occorre
invece riscoprire la forza dell’insegnamento biblico sull’uso giusto e
fraterno delle ricchezze, la provocazione di un ideale di povertà e
soprattutto di responsabilità nei confronti dei beni.
L’egocentrismo
oltre a ferire il prossimo, attenta ai loro diritti. I negozianti sono
disonesti quando speculano su ogni notizia di aumenti rincarando le merci.
I padroni sfruttano gli immigrati persino rifiutando loro il giusto
stipendio. I politici pretendono denaro (tangenti) per dare ai
cittadini quello che avrebbero il diritto di ricevere. Molti
non vanno a trovare i malati poveri, perché devono impiegare il loro
tempo per se stessi, diventando così persone dall’anima inaridita,
sedotti dal loro esclusivo interesse di servirsi del prossimo anziché
aiutarlo.
Vi
sono egoisti che ricorrono pure alla violenza per accrescere i
propri averi ed il loro potere a spese degli altri e si attaccano ai
beni che già hanno. La vera ricchezza non è quella che si possiede, ma
quella che si dà, perché questo dono chiama la generosità di Dio,
unisce nel ringraziamento colui che dà a colui che riceve e permette al
ricco di sperimentare che c’è “più felicità nel dare che nel
ricevere” (Atti 20,35).
L’egoismo
è in diretto contrasto con l’amore del prossimo e soprattutto dei
deboli, di cui molti si servono anziché servirli (cf Giac 4,2).
Paolo
menziona gli egoisti nella seconda lettera a Timoteo in un testamento
spirituale indirizzato ai suoi discepoli in cui comunica le direttive per
l’organizzazione e la condotta delle comunità cristiane a loro
affidate. Consiglia di fare attenzione ai pericoli: ”Gli uomini saranno
egoisti, amanti del denaro...” (2 Tim 3,2) e li sprona a rimanere saldi
in quello che hanno imparato nella Bibbia che istruisce per la salvezza.
“Tutta la Scrittura é ispirata da Dio, e utile per insegnare,
convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l’uomo
di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona“ (2 Tim
3,16).
Paolo,
lungi dal desiderare i beni dei fedeli, lavora con le sue mani per non
vivere a loro carico, anche se ne avrebbe avuto diritto.
Bisogna
iniziare un cammino di svuotamento delle nostre idee, dell’immagine che
ci siamo fatti di noi e della nostra vita e lasciare lentamente che
Dio diventi il Signore della nostra esistenza e del nostro cuore.
|