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ALCUNE FIGURE FEMMINILI DELL’ANTICO TESTAMENTO


 

Patecipare al dialogo ebraico cristiano, mi è servito anche a conoscere meglio le donne ebree dell’ Antico Testamento. L’esempio delle figure femminili è sempre stato importante per me, perchè hanno collaborato alla storia della salvezza come protagoniste ed hanno tradotto in pratica la volontà di Dio. Infatti il piano della salvezza, tracciato dal Signore, passa attraverso di loro. Hanno posti di primo piano negli eventi fondamentali della storia di Israele ed incarnano tutti quei ruoli necessari per salvare il loro popolo, per trasmettere la loro religione, per mediare nelle situazioni di conflitto riportando la pace e la fratellanza. Andrea Pisano - La creazione della donnaSono modelli e simboli per la storia di Israele, perchè il loro rapporto con Dio è il punto centrale della realizzazione delle loro azioni. Attraverso la preghiera e la vicinanza al Santo, benedetto Egli sia, affinano la loro capacità di giungere a risolvere i problemi, nel progetto di Dio. Sono creature in armonia con loro stesse, con gli altri, con l’universo intero e generatrici di serenità nel proprio ambiente. I narratori biblici nel presentare i personaggi femminili si soffermano sulle loro azioni e sui dialoghi e non s’interessano di descriverci dettagliatamente il loro fisico, ne si addentrano nei loro sentimenti, nei loro pensieri e nelle loro reazioni. Sono eroine, sagge, intelligenti, mettono in risalto l ‘importanza del matrimonio e l’aiuto reciproco tra di loro. Per capire meglio la loro personalità è necessario riflettere come Dio ha creato la donna (Gn 1,26-28; 2,18-25). C’è una uguaglianza fondamentale dei diritti con l’uomo verso il Signore in quanto persone create a Sua immagine (Gn 1). Una complementarietà voluta da Lui, che è allo stesso tempo Padre e Madre (Is 49,15; 66,13). Così è nata l’umanità a Sua immagine. L’ha creata con i maschi e le femmine, perchè se ci fossero solo gli uomini sarebbe mancato un elemento essenziale dell’Immagine. La specificità della donna nell’assomigliare a Dio è differente da quella dell’uomo ed è il suo essere che riflette la perfezione divina. Nel progetto di Dio, la figura femminile esprime e sviluppa tutte le caratteristiche più tipiche della sua personalità di donna e le condizioni per realizzare la propria somiglianza sempre più perfetta con il Signore. Nel secondo racconto della Genesi viene spiegato perchè l’uomo e la donna hanno un rapporto reciproco. Adamo era solo, senza un compagno, gli animali non potevano bastargli, non gli servivano per conoscersi e per poter amare gli altri , egli doveva avere qualcuno simile, ma non uguale a lui e Dio creò la donna, così l’uomo finalmente divenne immagine di Dio! Adamo dormiva e quando si risvegliò riconobbe la sua “compagna”.
Egli, solo con la donna, poteva vivere una vera vita, perchè erano nati per crescere in dipendenza l’uno dall’altra ed entrambi da Dio, che avendo creato il mondo, voleva collaboratori ed esecutori dei suoi disegni divini, così la donna aiutò l’uomo partecipando in un piano di parità con funzioni diverse. Nei libri Sapienziali la figura femminile è presentata con i suoi aspetti positivi, ma anche negativi. Questa avversione verso di lei è una indiretta testimonianza del suo potere. Si legge nel libro del Siracide (9,2), “non lasciarti andare con una donna, perchè potrebbe avere il sopravvento su di te”, come se un uomo, quando si avvicina ad una donna non la incontrasse come una persona, ma avesse paura di perdere qualcosa di suo! Sia nel libro della Sapienza (6,12-21; 8,2) che nel Siracide (15,2-6) la sapienza è presentata come una donna capace di creare un’atmosfera di gioia, di distensione e di serenità, di organizzare in modo intelligente la vita familiare e di diventare una valida compagna per l’uomo . Il libro dei Proverbi ammonisce gli uomini affinché stiano attenti alla seduzione della donna( 6,24-26; 7, 5-27) da un lato, mentre dall’altro glorifica i suoi valori morali, specialmente quelli di buona moglie: una fortuna, un dono di Dio e una corona per il marito (18,22; 19,14; 12,4).
Il paragone profetico dell’amore di Dio per Israele con l’amore di uno sposo verso la sposa, poté essere concepito perchè vi era una società in cui la moglie era rispettata ed occupava un posto importante. Nella Bibbia l’amore viene definito con termini assoluti è: una passione profonda ed ardente, richiede fedeltà, fermezza di fronte alle tentazioni, sostegno nelle avversità ed è talmente forte da esprimere allo stesso tempo ardore e castità. Parlando del matrimonio e della famiglia, la figura femminile viene recuperata come persona e valorizzata. L’uomo è obbligato a sposarsi dalla religione ebraica, la donna no, anche se poi di fatto lo desidera per diventare madre. La sposa avendo la responsabilità dei figli e della casa, non può seguire tutti i precetti (mizvot ), perciò la Torah ( i primi 5 libri della Bibbia) la dispensa da un certo numero di norme, specialmente da quelle relative al culto. La capacità di procreare la rende forte perchè è portatrice di nuove vite e necessariamente custode ed in parte arbitra della continuità di Israele. Da lei dipende la prosperità del popolo ebraico. E’ suo il compito di generare tanti figli, i quali hanno l’obbligo di rispettare in egual modo sia la madre che il padre (Es 20,12; Lv 19,3; Dt 5,16) .

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Maria Caterina Chiavari Marini Clarelli  

 

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