Torna indietro

Il ricordo
 

Giovanni Paolo II per me

 

Le foto con il papa
 

 

E' stata una grande fortuna aver avuto come  Papa Giovanni Paolo II, perciò voglio scrivere quello che ha dato a me. Innanzi tutto mi ha mostrato un cammino di fede e come si vivono la sofferenza e la morte.

Il 16 ottobre 1978  dopo aver visto la fumata bianca mi precipitai in piazza  san  Pietro per vedere chi fosse il nuovo Papa. Quando apparve al balcone mi colpirono il sorriso ed il Suo atteggiamento.

Ho poi ascoltato con piacere Giovanni Paolo II passare dal linguaggio degli altri Papi con il "noi" al "tu" più confidenziale. Il primo rendeva solenne ogni pronunciamento del Magistero  pontificio, il secondo é più vicino alla gente, ma specialmente ai giovani. Per Lui l'uomo è la via della Chiesa, infatti ha sempre parlato  della centralità della persona e quando discorreva con la gente si rivolgeva alle persone come fossero amiche. Ha  avuto la forza di raccontare sé stesso così  ho potuto condividere le sue sofferenze ed è diventato un esempio.

Ebbe  il 13 maggio 1981 un tremendo attentato ed il 24 maggio  disse all'Angelus via radio:"La sofferenza accettata in unione con Cristo sofferente ha una sua efficacia impareggiabile per l'attuazione del disegno divino della salvezza". Quanto disse lo ripeto spesso a me stessa ora che vivo con tanti dolori.

Il 2 marzo 1986 Lo incontrai nella mia parrocchia, S. Eugenio, dove andai con mio marito. Ci fecero stare in prima fila perché Pietro era disabile in carrozzina ed il Papa ha sempre voluto gli handicappati vicino a Lui. Mi accorsi, quando si avvicinò a noi, che aveva una grande sensibilità verso i malati .

La visita del Papa in Sinagoga nel 1986 fu un passo importante per  il dialogo ebraico cristiano, che era iniziato dopo il Vaticano II ad opera della "Nostra Aetate".Giovanni Paolo II ha promosso con successo questo incontro, anch'io con i miei alunni cercai di far loro capire come è importante questo dialogo.

Il 19 gennaio 2000  il Papa aprì la porta dell'Anno Santo  della Basilica di  San Paolo con altri prelati di diverse confessioni cristiane, è stato un segno dei tempi per tutti noi che ci occupiamo di ecumenismo.

Ero in San Pietro, molto emozionata e commossa, quando Giovanni Paolo II

si rivelò un maestro nel chiedere perdono. Infatti Lo chiese a varie categorie di persone, ma specialmente agli ebrei.
Nel Suo viaggio in Israele Lo confermò quando a Gerusalemme mise il foglietto, in cui c'era la richiesta di perdono agli ebrei, nel Muro  Occidentale.

Nel  XXV° anno del Suo pontificato, Giovanni Paolo II, mi ha fatto un dono che è nato dal Suo cuore innamorato della Madonna : la lettera apostolica "Rosarium Virginis" dove aveva inserito nel Rosario altri 5 Misteri. La sua lettura mi ha insegnato a respirare l'aria pura della preghiera mariana, dandomi un segno di speranza. Ho così contemplato il Cristo aiutata da Maria. Da allora  dico il Rosario tutte le sere prima di addormentarmi e riesco ad abbandonarmi con fiducia tra le  braccia della Madonna.

Il Papa ha messo al servizio di Maria la Sua missione, la Sua forza e la Sua debolezza, dandomi l'esempio di come si vive e si muore, infine di come si sfida una società del benessere che cerca di nascondere i corpi dei disabili, dimenticando che in Gesù debole e sofferente è la vera immagine di Dio che si dona in solidarietà con la spossatezza e la sofferenza degli uomini.

Giovanni Paolo II aveva una veracità immediata e suadente ed è per questo che i giovani lo hanno capito ed amato. Ricordo che i miei alunni si sono interessati  a Lui e volevano capire bene quello che diceva. Sono stata felice di spiegare a  loro ed alle mie colleghe il Suo pensiero attraverso i Suoi documenti ed il Suo modo di agire con gli altri. Dava infatti molta importanza al primato della persona che ha costituito una parte essenziale del suo magistero. Aveva la capacità di non smarrire mai le vere misure personali nel rapporto con gli altri. Raccontava pubblicamente le Sue esperienze personali. Questa capacità di essere vero l'ha dimostrata nei suoi ultimi giorni di vita, quando, non potendo più parlare si toccava il collo.

L'ultima volta, ha benedetto dalla finestra del suo appartamento in Vaticano. Coloro che Lo guardavano dalla  piazza ed anche noi malati dal televisore dell'ospedale eravamo commossi per il Suo tentativo di parlare, reso  vano dalla malattia e quando si toccò il viso e si coprì la faccia.

Nel Suo testamento, il Papa ricorda i fratelli cristiani e non cristiani, in special modo il rabbino Toaf ed i rappresentanti delle religioni non cristiane. Egli scrive riferendosi alla lettera ai Romani di Paolo (14,8) che nella vita e nella morte apparteniamo al Signore. Questa frase l'ho fatta mia per poter sopportare i dolori , nella certezza di essere aiutata da Dio. Spero di diventare una brava discepola e di mettere in pratica l'insegnamento di questo Papa.

Quando è morto, L' ho pianto come un familiare. Ora prego, come Lui ha chiesto, lo Spirito Santo affinché illumini i Cardinali elettori  e siano disponibili alla Sua azione.

"Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi….perché andiate e portiate frutto ed il vostro frutto rimanga"( Gv 15,16; 17 )Questo brano del Vangelo di Giovanni riflette l'insegnamento di Giovanni Paolo II che cerco di mettere in pratica.