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di Lea Mina Ralli

RICORDO DI UN GRANDE PAPA

Dalla Polonia al Cielo

 

Un cammino lungo e glorioso è quello compiuto da Giovanni Paolo II il Grande che è stato  Pellegrino del mondo.
La dedizione completa all’alto Ministero di questa Anima eccezionale chiamata a governare la cristianità, ha portato molti frutti positivi perché con la dottrina e con l’esempio ha saputo conquistare conversioni e simpatie anche fra gl’irremovibili di altre confessioni che in alcuni momenti hanno rivolto critiche feroci al suo operato giungendo persino ad attentargli la vita.
La sua evangelizzazione è stata praticata su diversi fronti, testimoniando in pieno il Vangelo e mettendo in primo piano la Fede, la Carità, la Speranza e, non ultima, la Sapienza che le sue encicliche hanno dimostrato.
Ha saputo essere pastore e politico oculato prodigandosi attivamente nei momenti più significativi per il genere umano, andando di persona a conferire coi governanti quando fu necessario prendere posizioni drastiche e precise.
Ispirato dalla sua incrollabile devozione mariana seppe parlare alla gioventù con parole semplici e persuasive che, in molte situazioni, gli ha tributato omaggi d’irresistibile devozione.
La prassi ecumenica l’aveva esplicata istintivamente fin da ragazzo dimostrandosi amico di ebrei e di atei che la sua mente aperta ha sempre accettato come fratelli perché tutti siamo figli dello stesso Dio ed è doveroso annullare inimicizie e pregiudizi che sono le cause dei più grandi conflitti.
Egli che, con paziente rassegnazione, ha fatto fronte al disgregarsi delle sue forze e ha subito un’agonia atroce, ha presentato al mondo che la vera eguaglianza è quella della sofferenza e della morte che va accettata come logica conseguenza della vita terrena di ogni essere che deve essere pronto ad accettare l’evento.
E la sua dipartita così sofferta resa pubblica in contemporanea, come mai prima, ha fatto capire ancora meglio che non contano ceti sociali e possibilità economiche per sottrarsi a certe eventualità comuni e impreviste cosicché, ciascuno, si è ritrovato in Lui.   
La folla imponente giunta da ogni paese per rendergli l’ultimo saluto ha reso evidente quanto  affetto e riconoscenza ognuno conservi per l’umile  Polacco che è stato capace di assurgere alla grandezza, comportandosi con la semplicità del giusto e infrangendo spesso i protocolli più rigidi, disdegnando titoli e consuetudini poiché si  è sempre trovato altrettanto bene fra gli umili e i potenti dimostrandosi predisposto all’ascolto con l’intimo convincimento che, i beni e i talenti, dovrebbero essere giustamente ripartiti fra tutti.
Le sue profonde riflessioni, raccolte nei numerosi scritti resteranno a testimoniare quanto sia stato valido e proficuo il Suo lungo ed eccelso pontificato e ognuno si augura che, come talee di pianta profumata, facciano germogliare e prolificare fiori di fratellanza secondo le intenzione del  Grande Maestro Scomparso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ER PAPA FORESTIERO

     Karol  Wojtyla

Piazza Sampietro è tutta illuminata
come un teatro pé ‘na gran parata.
Er Cuppolone pare inargentato
perché da mille luci rischiarato.

Pure la luna aspetta la fumata
ch’ariva arfine co’ ‘na spennacchiata
che nun ze vede bene …è bianca o scura?
E’ bianca, è bianca…questa è quella bòna!

Avemus Papa!  Ma  er Papa è ‘no stragnero!?

Pé tutti è ‘na sorpresa: forestiero?
Ma si!… Chi è?…Saprà parla’ itajano ?
E’ uno c’ha studiato e lavorato
perciò rispetta ‘ gni diritto umano !

E dopo  che s’è appena presentato
la fiducia de tutti ha conquistato
e appare com’un segno der destino

che a Roma se riunisca ogni cammino
e forze adesso un Papa forestiero
sarà er più giusto p’er popolo cristiano.

                     Roma 16 ottobre 1978

 


GIOVANNI PAOLO II
      Carità   Speranza   fede

Dal trono designato dal Signore
il Papa ha vegliato sulla umanità
e col messaggio della conversione
sempre ha irradiata la sua Carità.

L’età gravata da terreni affanni
non arrestò la mente effervescente
e sempre anelò monti e amene valli
che superava con ardite membra.

Or pellegrino non andrà pel mondo
per proseguire l’opera prefissa
che ad ostilità mai non soggiacque.

Pur l’Anno Giubilare fu occasione
per rinsaldare i vincoli d’amore
che seppe dare con tanta Speranza.

Mantenne intatta la capacità
di dialogare con la gioventù
con la sua arguzia e la mente acuta

Malgrado differenze di colore
Lui fra le genti volle fratellanza
unite in un sol vincolo di Fede

 Roma 4  aprile 2005