indietro




Estate

Su tutti i monti è pace,
Nelle cime non c’è alito,
Gli uccellini tacciono nel bosco.
Aspetta, presto riposerai anche tu.

 

All’incirca così recita una famosa poesia di Goethe - ma perché le cicale non sanno leggere? Dopo il caldo del giorno, che sembra non terminare mai, accolgo la sera con gioia e sollievo, ma eccole qui le cicale pronte a dare concerto e ricordarci che il caldo non è finito.

E’ la trentatreesima estate che mi chiedo che cosa fa esaltare gli italiani quando arriva il caldo. Pensano alle vacanze, non c’è dubbio, ma quanto durano: due o tre settimane? Qualcuno mi spieghi che cosa c’è di bello nel camminare sull’asfalto che sembra burro, di salire in macchina pronta a cucinarti alla brace, sudare sette camicie ad ogni minimo sforzo e passare le notti tormentate da zanzare.

Dopo qualche infelice tentativo di cercare refrigerio al mare che mi è costato ore di fila sulle strade roventi e la ricerca infruttuosa di un pur modesto posticino sulla spiaggia, ho pensato bene di installare l’aria condizionata in casa e rimanere rintanata fino all’arrivo dell’autunno.
Esco giusto per un breve raid ai saldi, le compere indispensabili per la sopravivenza e per una passeggiata nel centro di Roma la domenica mattina.

Ancora qualche giorno e Roma sarà chiusa per ferie, tapparelle abbassate, negozi serrati, e in cambio silenzio e pace ... se non fosse per le cicale.

Signor Goethe le perdono la sua bellissima poesia perché so che l’ha scritta nella Selva di Turinga nel nord della Germania e non durante uno dei suoi viaggi in Italia.

di Annemarie Lenz